“Io penso che essere garantisti significhi rispettare le indagini e aspettare le sentenze. Ed essere garantisti funziona se lo si è innanzitutto con gli avversari. Se invece lo si è solo nei confronti degli amici, si è ipocriti. Toti è stato un nostro avversario politico, Lelia Paita lo sfidò alle regionali nel 2015. Non commentiamo le inchieste, né gli arresti o gli avvisi di garanzia. Certo, mi limito a constatare che dopo quattro anni di indagini, l’arresto avviene a un mese dalle elezioni europee”. Lo dichiara il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, in una intervista al "Messaggero" , parlando del caso che ha coinvolto il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, agli arresti domiciliari con l'accusa di corruzione.

In merito alle parole del Ministro della Difesa Nordio e degli esponenti della Destra sulla vicenda, Renzi afferma: “Che però dovrebbero smettere di sollevare dubbi quando c’è qualcosa che riguarda un esponente della loro parte politica e poi non fare nulla sulla riforma della Giustizia. Ho molta stima per il ministro Nordio e per tanti amici di Forza Italia, ma il garantismo di questa destra fa ridere i polli. Sono bravi a fare dichiarazioni ma non fanno le riforme. E quando le indagini riguardano noi si scordano di essere garantisti e ci massacrano, come è avvenuto da parte di Fratelli d’Italia e del clan Meloni sul caso Open e sulla vicenda delle banche”", osserva. 

“Noi – prosegue – siamo garantisti come loro non lo sono stati con noi. E dopo due anni dico a Nordio: Carlo, fai un commento in meno e una legge in più”. E sul sospetto sollevato da qualcuno che gli arresti siano una ‘reazione’ al progetto di riforma della giustizia con la separazione delle carriere, l'ex premier è netto: “Più che di complotti, abbiamo bisogno di una politica che torni a fare il suo mestiere. Che faccia le riforme e non i tweet. E mi pare che a 40 anni dall’incarcerazione di Enzo Tortora, l’unica lista veramente garantista oggi sia gli Stati Uniti d’Europa. Solo noi stiamo facendo una battaglia che si inserisce in quella tradizione”.

Per Renzi “non può esistere un automatismo tra l’avviso di garanzia o la richiesta di arresto e le scelte del politico. Vorrebbe dire affermare che la durata delle istituzioni dipende non dal voto del popolo, ma dai provvedimenti del pm o del gip. O c’è un elemento di valutazione personale che porta alle dimissioni, oppure si aspetta una sentenza che passi in giudicato”.

In merito ai richiami del presidente dei cinque stelle, Giuseppe Conte, alla questione morale, Renzi afferma: “Quella di Conte è una questione umorale. Nel senso che dipende da come si sveglia la mattina. Il leader dei Cinquestelle è talmente credibile che oggi, dopo aver passato settimane a tuonare contro Emiliano, ha deciso di salvarlo. E dopo episodi come le norme ad personam per l’albergo del suocero, non possiamo prendere lezioni di moralità da lui”.

Renzi conclude osservando che in Italia la magistratura non ha preso in ostaggio la politica: “No. La politica si fa invadere il campo se è debole. Se Fratelli d’Italia e Forza Italia hanno la spina dorsale, facciano le riforme”. 

Sezione: Politica italiana / Data: Mer 08 maggio 2024 alle 12:40
Autore: Tommaso Di Caprio
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