di Tommaso Di Caprio

Sostenibilità, innovazione e inclusione. Sono queste le tre grandi sfide al centro del modello della “città dei 15 minuti” che la giunta Gualtieri intende superare in una città estremamente complessa e problematica come Roma. Seguendo l’esempio delle grandi capitali europee che ce l’hanno fatta – come Parigi, Barcellona e Londra – il Campidoglio punta a rendere Roma una metropoli a portata di mano, ripartendo dalle periferie per ridurre le disuguaglianze socioeconomiche, abbattere la dispersione scolastica ed agevolare l’accesso al lavoro e alla cura. È con questo spirito che lunedì 29 aprile, dalle ore 15.00, presso l’Aula Magna Rettorato dell’Università degli Studi Roma Tre si svolgerà la terza edizione di “Roma a portata di mano. La città dei 15 minuti”, un appuntamento fisso per informare i cittadini romani sul lavoro svolto in questi due anni dall'amministrazione capitolina. 

Al convegno saranno presenti il Sindaco di Roma capitale, Roberto Gualtieri, l’urbanista Carlos Moreno, ideatore del modello della “città dei 15 minuti” che per l’occasione terrà una lectio magistralis, numerosi esponenti del mondo accademico, della politica e della società civile e l’assessore alle Politiche del Personale, al Decentramento, Partecipazione e Servizi al Territorio per la Città dei 15 minuti, Andrea Catarci al quale abbiamo fatto alcune domande in merito allo stato di avanzamento dei progetti attivi nei 15 Municipi della capitale. 

Assessore Catarci, lunedì 29 aprile nel corso della terza edizione di “Roma a portata di mano. La città dei 15 minuti”, la giunta Gualtieri illustrerà quanto è stato fatto finora nell’ambito della versione romana del programma per una città policentrica. A due anni dal lancio del piano strategico, le chiederei di anticiparci quali obiettivi sono stati raggiunti e quali devono essere ancora realizzati?  

«Allora, intanto facciamo una premessa breve. Per noi questa non è un'iniziativa un convegno qualunque, ma è il tagliando annuale delle politiche per la prossimità e i 15 minuti, cioè un evento fisso che ci siamo imposti di fare in forma pubblica ogni anno per fare il punto sul lavoro svolto intorno al modello della città di 15 minuti. Quindi servizi al territorio, politiche per la città. E in particolare per le periferie della città. Non a caso per questa terza edizione abbiamo voluto fare un pezzetto di più, facendo in modo che ci fosse anche un e-book che presenteremo ufficialmente proprio il 29 aprile (presso il Rettorato dell’Università di Roma Tre) con i contributi teorici fondamentali di esperti ed amministratori internazionali e nazionali e con una sintesi delle principali realizzazioni fatte a Roma, municipio per municipio, nell'ottica della prossimità dei servizi al territorio della “città dei 15 minuti”. 

L'ebook si compone di tre sezioni. Dopo l'introduzione del sottoscritto con i saluti del sindaco, presenteremo la prima sezione, nella quale ci sono contributi di esperienze internazionali. Nel dettaglio, ci saranno i contributi di Carlos Moreno, l'ideatore del modello della città dei 15 minuti e di Héléne Chartier, una delle maggiori esponenti di C40, la rete delle Città Unite per contrastare i cambiamenti climatici. Ci sarà poi un contributo di Laura Petrella, che offre uno sguardo comparativo dal punto di vista delle Nazioni Unite e in particolare dal programma “UN habitat” (United Nations Human Settlements Programme ndr) sulle esperienze di altre città.  E poi, sempre a livello di confronto internazionale, ci sarà uno studio elaborato dall’Università di Roma Tre che presenta un’analisi della densità dei 15 minuti in un confronto tra Roma, Parigi e Londra.  E poi, ci sarà uno studio di Roma Uno che invece farà un raffronto tra Roma e Parigi, concentrando l'attenzione sul ruolo della cultura e dell'associazionismo con uno dei contributi dell'Assessore all'Europa di Parigi, Arnold Gaccia, dell'Assessora all'ecologia e all'urbanistica di Barcellona Janet Sanz e di Gaia Romani, Assessora ai servizi civici di Milano.  

Nella seconda sezione, invece, si entrerà nel vivo del modello romano di città dei 15 minuti. Questa parte sarà aperta da un lavoro scritto a quattro mani tra il sottoscritto come veste di assessore e Salvatore Monni che è il direttore della mia direzione decentramento e quindi un dirigente, riguardo ai quartieri della città di Roma, municipio per municipio e finalizzato a comprendere le trasformazioni che si sono verificate negli ultimi quarant'anni a Roma. Per noi i quartieri sono i luoghi della vita delle romane e dei romani, sono i luoghi della relazione, sono i luoghi della contraddizione, sono i luoghi del lavoro e della socialità. E al momento abbiamo individuato in uno studio provvisorio 22.000.293 quartieri. Di cui questi 293 quartieri, ben 114 oltre il Grande Raccordo Anulare, a dimostrare che la città di Roma è cresciuta esponenzialmente trasportando popolazione dal centro all'esterno. Perché dico questo? Perché a Roma la popolazione è più o meno la stessa dal punto di vista quantitativo, da oltre vent'anni. 

Il censimento del 2001 e del 2021, più o meno ci danno lo stesso risultato, la popolazione ufficiale di Roma varia dai 2.700.000 e 2.800.000 abitanti, ma non è rimasta dove stava vent'anni fa, tra il centro e il semi centro. Dal centro al semi centro si è spostata sempre di più verso il Grande Raccordo Anulare e l'ha oltrepassato; quindi, oltre il raccordo, dove prima c'era pochissima vita vera, oggi ci sono ben 114 quartieri. Nella Terza sezione dell’e-book illustriamo quello che abbiamo già fatto su scala locale. Infatti, la terza sezione è un elenco di 15 schede, una per ogni municipio, con la sintesi delle principali opere fatte in due anni e mezzo per migliorare le periferie, per fare più servizi e attività di prossimità e per aumentare i servizi al territorio».

Rimanendo sul tema demografico, è interessante notare come, in controtendenza rispetto ai dati nazionali, nel 2023 nella Capitale si è registrato un vero e proprio baby boom. In che modo la modifica positiva della demografia cittadina può incidere sul programma della “città dei 15 minuti”?

«Allora questo dato che tu opportunamente ricordavi insieme ad altri indicatori, devono aiutare noi, ma tutti coloro i quali sono chiamati a fare scelte politiche anche a livello regionale di città metropolitana, a livello nazionale, a investire su una programmazione più mirata. Quel grande aumento di nascite, in controtendenza rispetto al resto d'Italia, avviene in un contesto, nel quale la popolazione, in particolare le giovani coppie e poi le giovani coppie con figli, cercano e trovano casa essenzialmente nelle periferie della città per motivi socioeconomici, ovviamente. Che cosa serve alla città allora? Nella seconda parte dell’e-book sul modello romano di città dei 15 minuti noi fotografiamo questo movimento della popolazione giovanile romana e insieme ai contributi di Walter Tocci, Maurizio Veloccia, e Salvo Edoardo Zanchini, Giuseppe Roma, Keti Lelo, Florinda Nardi, Maria Fermanelli e Pietro Vicari, andiamo ad analizzare da tanti punti di vista diversi, qual è la strada che Roma può portare avanti per diventare ancora di più una città della prossimità e dei 15 minuti. Dai tanti nomi che ho fatto si capisce benissimo che oltre allo sguardo della politica con Walter Tocci, Maurizio Veloccia ed Edoardo Zanchini, c’è lo sguardo della ricerca perché Giuseppe Roma è uno dei più importanti ricercatori nazionali; ma c’è anche lo sguardo dell’Accademia e dell’Università perché Florinda Nardi e Keti Lelo sono due docenti, rispettivamente di Roma 1 (Università La Sapienza ndr.) e di Roma Tre; e ancora c’è lo sguardo della produzione perché Maria Fermarelli è una rappresentante di un’associazione di categoria, la Configurazione Nazionale degli Artigiani e degli Agricoltori. E poi, c’è lo sguardo della cultura e della società civile perché Pietro Vicari è un artista. Da tutti questi sguardi guardiamo a Roma, ai suoi quartieri che sono gli snodi vitali laddove pulsa il cuore di Roma, dove vivono i romani e le romane per delineare ancora di più il nuovo modello».

Possiamo dire che la realizzazione della “Città dei 15 minuti” rappresenta, quindi, un tassello di un mosaico più vasto, finalizzato a migliorare la vita dei romani attraverso la disponibilità di una vasta rete di servizi di prossimità (scuole, uffici anagrafici, aree verdi/ludiche e biblioteche). Ma se ad oggi un cittadino della capitale volesse capire in cosa consistesse la “Città dei 15 minuti” nel suo municipio cosa scoprirebbe?

«Appunto, come dicevo, nella terza parte dell’e-book, ogni cittadino può vedere, municipio per municipio, che cosa è stato realizzato in questi due anni, non in un in un elenco completo e puntuale perché ogni municipio ha fatto molto di più di quello che c'è scritto nella scheda. Questo lo specificheremo il 29 aprile.  Abbiamo chiesto per motivi di tempo e per non dilungarci troppo di ricordare solo alcuni degli elementi più significativi delle realizzazioni nell'ottica dei servizi di prossimità. Perché questo? Perché l'elenco più completo, poi, ogni cittadino lo può cercare nel proprio municipio, nelle proprie associazioni di riferimento, nelle organizzazioni politiche e sociali di zona. No degli elenchi più puntuali si può inserire lì, insomma, può farlo in tanto modo, ma noi vogliamo cioè far capire che cosa è per noi questa, questo lavoro.

Il punto è rimettere al centro le periferie di Roma che per decenni sono state trascurate e abbandonate del tutto, proprio dall'ottica delle politiche cittadine. Per fare qualche esempio pratico, sottolineare su scala municipale l’apertura di un nuovo servizio anagrafico a Ponte di Nona del municipio Roma sei, che storicamente ne era sprovvisto e ne aveva uno solo dall'altra parte del municipio, a Tor Bella Monaca, spiegando che questo nuovo servizio supporterà tutto il versante Prenestino, fa capire quanto sia importante realizzare i servizi di prossimità. E ancora, realizzare una zona 30 Km/h può essere una cosa normale da altre parti, ma farla a Casal monastero, cioè nella parte più esterna del municipio Roma quattro, diventa un elemento importante di qualità della vita per un quartiere di un'estrema periferia, andando a migliorare il tema della sicurezza pure, perché lì vicino si sono delle attività sensibili.

Un altro esempio è riqualificare e far vivere la casa della cultura a Villa de Sanctis, nel municipio Roma 5 lungo l’asse i Casilino-Prenestino, che significa restituire centralità ad un posto semi centrale, vivo e particolarmente denso come quello del municipio Roma 5. Nella terza parte dell’e-book ci sono appunto tutte le realizzazioni fatte o quelle in procinto di essere concluse. Quindi si passa dal confronto internazionale agli sguardi su Roma per delineare qual è il modello romano. Perché ricordiamoci che Roma è una delle città più difficili da amministrare non solo perché è Capitale, ma anche perché ospita uno stato estero come il Vaticano ed è la città più estesa dell’Europa continentale. Più grande di Roma c’è solo Londra. E questa città così grande ha una scarsa densità abitativa perché il 40% del nostro bellissimo corpo è a verde; e quindi portare servizi e attività in tutta quanta questa città, dovunque vivano, romani e romani, è un'opera particolarmente complessa e lunga».

Passando al capitolo assunzioni, per quanto riguarda il reclutamento di nuovo personale previsto per il 2024, il numero più significativo è costituito dagli 800 ingressi nella Polizia locale, selezionati attraverso l’ultimo concorso che si è svolto in tempi record. Sotto questo aspetto va riconosciuto il grande sforzo fatto dalla giunta Gualtieri. Tuttavia, le esigenze dell’Amministrazione richiedono un rafforzamento anche di altri settori quali quello amministrativo e scolastico-educativo. Cosa state facendo per sbloccare la situazione?

«Sì, intanto diciamo una cosa, che abbiamo fatto il concorso per i vigili in tempi record e che i vincitori stanno venendo a firmare i contratti in questi giorni. Quindi è tutto fatto in tempi record. Dai primi di maggio gli 800 che avranno firmato il contratto, andranno a fare la formazione obbligatoria presso la scuola di formazione di Cinecittà della Polizia locale e a settembre sono pronti per essere assegnati ai gruppi centrali e territoriali. Quindi, sì 800 vigili, ma noi quest’anno assumiamo più di 1200 persone. Assumeremo funzionari e istruttori amministrativi e altro personale indispensabile sulle politiche sociali, in particolare per la tenuta della città. Anche quest'anno, quindi, aumenteremo quel numero perché stiamo lavorando ad una variazione del piano per le assunzioni, per cui da 1200 passeremo a circa 1500 persone che prevediamo di assumere complessivamente nel 2024, che fanno il paio con le 1500 assunte nel 2023 e con le 1200 assunte nel 2022. Ciò significa che, noi in tre anni, alla fine del 2024 avremo assunto circa 4300 persone dopo dieci anni di blocco del turnover e una caduta verticale dei dipendenti che da ventinovemila circa sono scesi in quindici anni a ventiduemila.

Noi continuiamo a pagare lo scotto di quella che viene definita giornalisticamente la ‘fuga dalla pubblica amministrazione’, ma queste 3500 uscite in tre anni non sono dovute ai pensionamenti, perché più della metà sono uscite di dipendenti che hanno scelto di andarsene da altre parti perché trovavano contratti migliori. Noi continueremo ad usare tutte le nostre risorse di bilancio, arrivando ai limiti di spesa per legge, perché di più non avremmo potuto spendere in tre anni per il piano di assunzioni, ma in questo modo riusciamo ad ottenere solo dei piccoli incrementi di personale. Per questo abbiamo detto e chiesto al governo nazionale un piano straordinario per tremila assunzioni aggiuntive in grado di sostenere Roma alla vigilia del Giubileo. Roma ha pochissime risorse riconosciute per le politiche del personale e dato che il Giubileo non è un evento solo romano, ma nazionale, internazionale e mondiale, per arrivare al cento per cento del successo dei cantieri aperti in città e finanziati anche dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), manca un anello fondamentale che è appunto il personale tecnico e amministrativo».

Lei crede che alla fine una svolta da Chigi arriverà o sarà necessario percorrere altre strade?

«Ma è un dialogo che è aperto e questa è una domanda che va posta al governo e gli va posta in termini drastici. Il successo del Giubileo non interessa al governo nazionale, è una questione solo romana? Dipende solo da Roma se verranno 35 milioni di visitatori? È un evento che una città può riuscire a tenere in piedi da sola? Per me queste sono tutte domande retoriche. Ovviamente no. La risposta è che il governo dovrebbe sentirsi da solo, ingaggiato nell'essere parte di questa sfida. Finora non l'ha ancora fatto, fa ancora in tempo e spero che maturi presto questa consapevolezza. Il Governo non può solo esultare se i Giubileo andrà bene o lamentarsi se qualcosa andrà male, perché il governo nazionale attualmente alla guida del Paese. Devono lavorare anche loro. Insomma, no?»

In questi giorni il Campidoglio ha aperto al riconoscimento della carriera alias. Dal punto di vista pratico cosa cambierà per i dipendenti del comune di Roma?

«La possibilità di fare un accordo confidenziale con l’amministrazione in cui si rendono note le proprie scelte in termini di identità di genere. Il riconoscimento di alcune importanti elementi della vita all'interno della Comunità di lavoratrici e lavoratori e all'interno della struttura di Roma capitale, quindi, dalla posta elettronica alle comunicazioni, il riconoscimento, appunto, di una carriera alias letteralmente, è un'importante passo per contrastare i fenomeni di discriminazione e per fare in modo che ogni soggettività abbia un miglioramento in termini di benessere all'interno della propria organizzazione. Diritti, diritti, diritti, sociali e civili. Come giunta Gualtieri siamo ossessivamente impegnati ad aumentarli, ad allargarli. Lo facciamo con la carriera alias, lo facciamo con le trascrizioni degli atti di nascita dei figli e delle figlie di coppie omogenitoriali femminili. Lo facciamo con la direttiva 1/2022, riconoscendo il diritto alla residenza a chi vive in situazioni di disagio abitativo. Lo facciamo, sempre in tema di diritti sociali, con la nuova regolamentazione di via Modesta Valenti per i senza fissa dimora. È una nostra ossessione. Tutti i romani e le romane devono avere i diritti, anche e soprattutto gli ultimi e penultimi della città».

Sezione: Esclusive / Data: Sab 27 aprile 2024 alle 09:40
Autore: Tommaso Di Caprio
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