a cura di Alessandra Broglia

Tre mesi di cruda realtà dei fenomeni bellici in Ucraina, di cui vorremmo vedere al più presto la fine. Le restrizioni post pandemia che in alcuni casi, sembrano andare verso proroghe. In un Paese che ricomincia a popolarsi di turisti, tra timide incertezze e l’estate che dalle temperature sembra già arrivata, riprendiamo la nostra rubrica. Continuiamo con la preziosa consulenza del nostro esperto di riferimento, il dottor Mauro Berta, membro del comitato scientifico per la dermatologia di Ambimed Group Milano network in Travel and Tropical Medicine Italia e del Centro di Ricerca Scientifica Biochimica, Nutrizione e per la medicina tropicale D. Carrion, Facoltà di Medicina, Univ. Nacional Mayor de S. Marcos – Lima. Un virus di cui abbiamo sentito parlare da giorni: il vaiolo delle scimmie, detto anche monkeypox virus. Un argomento che fa discutere, anche per i casi registrati, con una considerevole preoccupazione, anche per l’eco mediatico che ne è conseguito. Una nuova patologia, dopo il covid-19, il cui termine ci riporta indietro a remote epidemie, creando queste paure.

Come si caratterizza?

È una malattia virale, pertanto appartiene alla famiglia dei pox virus, cui appartengono quelli del vaiolo, anche se è un altro gruppo, ortomixovirus. Il serbatoio di questo vaiolo, non sono le scimmie ma si pensa siano i roditori, in particolare una razza di scoiattoli che vive nelle foreste pluviali africane, di due zone quella occidentale e centrale. Se si vuole identificare i paesi che hanno avuto il maggior numero di casi, sono la Repubblica democratica del Congo, la Sierra Leone, la Liberia, ma anche la Nigeria e la Repubblica centroafricana. Al contrario di quello che è avvenuto in questi ultimi giorni in Europa, in Africa si verificano vere e proprie epidemie.

L’ aumento di casi di questi giorni?

Dovrebbe essere dovuto al termine della vaccinazione per il vaiolo, dichiarato dall’OMS debellato nel 1980. Le ultime generazioni che hanno effettuato la vaccinazione antivaiolosa, presentano un limitato rischio di infettarsi. Di norma possono verificarsi piccole epidemie in Africa e negli Stati Uniti, come fu nel 2003.

Come si è risaliti alle cause?

Per l’importazione di roditori, come scoiattoli infetti, provenienti dal continente africano. In America è avvenuto un po’ l’adattamento dello scoiattolo in casa, come animale domestico. Anche se tenuti fuori nei giardini o luoghi esterni, avevano contagiato i cani domestici che hanno a loro volta contagiato l’uomo. In totale negli Stati Uniti sono stati registrati 35 casi senza alcun decesso.

Come si trasmette?

È trasmesso da animali attraverso fluidi corporei, goccioline salivari, o con essudato di ferite.

Si è parlato anche della trasmissione sessuale, specie tra omosessuali, può chiarirci meglio?

Preferisco non fare riferimento a questa ulteriore causa, memore della discriminazione dell’HIV, furono accusati ingiustamente ma se devo rispondere da medico, e da persona che non ama razzismi e discriminazioni, è vero che molti pazienti sono omosessuali perché tra le cause di trasmissione vi è anche il rapporto anale, poiché il liquido seminale è un fluido corporeo che viene a contatto con l’ano, se poi si possono avere le difese immunitarie più basse il rischio aumenta. Essendo una zona molto facile ai traumi e piccole lacerazioni, avviene un contatto diretto con il sangue. Ma rapporti anali possono avvenire anche tra eterosessuali e il rischio può essere lo stesso.

Riguardo la sua contagiosità?

Circa un 20% in meno del Covid-19 e poi è necessario un contatto molto stretto e prolungato. Ecco perché oltre i quattro casi ricoverati negli ospedali italiani, 15 persone sono stati messe in isolamento domiciliare, poiché venute a contatto con questi quattro casi e perciò a scopo precauzionale. Ad esempio la persona ricoverata all’ospedale di Arezzo, proveniente dalle Canarie, è una persona che viveva da sola. La contagiosità da persona a persona è comunque difficile. In Africa come mortalità riguarda i bambini e si aggira intorno al 20%, come grandi epidemie; con popolazione depressa dal punto di vista immunitario o anche alimentare, i decessi sono in genere al 3-4 %.

Per quale ragione?

Noi adulti abbiamo avuto la vaccinazione antivaiolosa, i bambini oggi non hanno questa vaccinazione come i nati dopo il 1980.

Come si distingue il vaiolo umano da quello delle scimmie?

A livello cutaneo è molto similare ma si contraddistingue per la linfoadenopatia, cioè l’ingrossamento dei linfonodi, quelli che abbiamo sotto le ascelle, a livello del collo o inguinale. Questa linfoadenopatia è presente nel vaiolo delle scimmie e assente in quello umano.                                                                                                  [continua]

Sezione: Medicina del Viaggiatore / Data: Sab 28 maggio 2022 alle 14:22 / Fonte: di Alessandra Broglia
Autore: Redazione PN
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