Di Alessandra Broglia

Una fanciulla di Castelfranco Veneto, che già a 16 anni, fervente di pacata, giovane maturità, sentiva molto la lotta per la libertà. Era il 1944 e venne condotta, insieme a tutti gli studenti di Bassano, davanti al triste spettacolo di 31 uomini impiccati dai tedeschi. Un cammino quasi senza soste che l’ha condotta come sindacalista alla difesa delle operaie, prima donna ad aver ricoperto la carica di Ministro nel nostro Paese nel 1976. Tra tante battaglie che riuscì a portare avanti, il riconoscimento di malattie professionali, come asbestosi e la silicosi. Presidente della Commissione di inchiesta sulla loggia massonica P2, spesso unica donna in un mondo di uomini, la sua vita è stata quella della nostra democrazia. Un personaggio al quale dà voce e volto una bravissima Sarah Felberbaum in “Tina Anselmi. Una vita per la democrazia”, firmato da Luciano Manuzzi e coprodotto da Rai Fiction e Bibi Film, con musiche composte e dirette da Paolo Vivaldi. Una prima serata ad hoc ci attende martedì 25 aprile su Rai 1, per una data scelta non a caso, che forse per una donna empatica, capace e di rigore, forte esempio della nostra politica, avrebbe meritato di essere realizzata in due puntate. Abbiamo avuto il piacere di approfondire un punto di vista, con la nipote di Tina Anselmi, Emanuela Guizzon, presente alla conferenza stampa, insieme alla madre Maria, una delle due sorelle di Tina. Parlando di Pari Opportunità, fu creato nel 1983, grazie alla sua sensibile tenacia, il Comitato Nazionale di Parità, presso il Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale. Nel 1996 è stato istituito il Dipartimento per le Pari Opportunità, come supporto alle attività del Ministro senza portafoglio, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, di cui con DPCM del 12 luglio 1997, ne vengono fissate le funzioni principali.

Quale ricordo la riporta sul tema Pari Opportunità in merito alle conquiste che sua zia riuscì a portare avanti?

“Mia zia ha lavorato tutta la vita cercando di migliorare la condizione femminile, ritenendo che le donne avessero la stessa intelligenza, capacità e forza, se avevano chiaramente avuto modo di avere l’accesso all’istruzione. Questo si vede chiaramente nella fiction: Combatto per Voi, ma vi insegno anche a leggere e a scrivere. Tutto ciò è stato il suo binario, la sua visione, anche nella convinzione che, se le donne c’erano e partecipavano con la consapevolezza della loro importanza e del loro valore, tutta una popolazione poteva crescere in uno stato democratico con un’armonia e un equilibrio diversi. Ogni conquista la viveva con gioia, ma era vista come un inizio, non come una conclusione di qualche cosa. Un principio dal quale iniziare davvero un percorso, per poi continuare a impegnarsi ed entrare attraverso questa forza. Come ho detto, era sempre molto felice quando conquistava qualche cosa che poteva migliorare la condizione delle persone, in questo caso delle disuguaglianze, specie tra uomo e donna; oggi c’è ancora tanto da fare ma forse non sempre le donne hanno capito che non si tratta di imitare il genere maschile, ma di mettere in campo le proprie doti e caratteristiche, perché quando si tenta di imitare gli uomini si tende a commettere gli stessi errori, reiterando nel confronto tra uomo/donna le cose che non ci piacciono, e forse non sempre questa cosa viene capita”.

Tra i presenti, siamo riusciti a formulare una domanda anche ad Anna Vinci, sua amica e biografa, autrice del soggetto della fiction, con sceneggiatura firmata da Monica Zapelli. Per l’editore Chiarelettere ha pubblicato con la Anselmi, in qualità di coautrice e curatrice, rispettivamente: Storia di una passione politica, con prefazione di Dacia Maraini e La P2 nei diari segreti di Tina Anselmi.

Questi due testi contribuiscono, insieme alla fiction, a mantenere viva la memoria di una donna simbolo della politica italiana: quale messaggio in proposito vorrebbe rimanesse indelebile per le nuove generazioni?

“Le rispondo ricordando le parole di Tina Anselmi: Bisogna essere consapevoli che la democrazia non è acquisita per sempre e che i denigratori della Democrazia tendono a gettare il ridicolo sulla ricerca di verità e di coerenza. È terribile abituare i cittadini a questo gioco al massacro. Confondere i fatti. Travisare il passato al fine dei propri interessi di parte. Spostare le carte in continuazione. Ma le carte parlano. I giovani per essere protagonisti del loro tempo, devono avere fiducia che la verità viene a galla. Bisogna volerla cercare, non avere timore di ‘incontrarla’, e per fare questo, i giovani devono studiare, essere preparati, conoscere da dove vengono, da dove viene la storia del proprio paese”.

Da sinistra: la nipote Emanuela Guizzon, la madre Maria, sorella di Tina Anselmi e la biografa Anna Vinci
© foto di Alessandra Broglia
Da sinistra: la nipote Emanuela Guizzon, la madre Maria, sorella di Tina Anselmi e la biografa Anna Vinci
Sezione: Esclusive / Data: Sab 22 aprile 2023 alle 20:00
Autore: Redazione PN
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