"Nelle stesse ore in cui il segretario generale della Nato, Jens Stoltemberg, ha denunciato attività segrete russe all’interno dell’Alleanza (citando i casi degli arresti in Germania di persone accusate di sabotaggio e spionaggio e nel Regno Unito di persone accusate di attività statali ostili a vantaggio della Russia) definendo tali attività “atti pericolosi e inaccettabili” di carattere ostile, la Destra italiana -con l’ineffabile sostegno del Movimento 5 stelle- si produce in due clamorose iniziative in totale controtendenza.

La Lega annuncia la candidatura “urbi et orbi” del generale Roberto Vannacci (un singolare addetto militare italiano a Mosca che mentre le intelligence di Stati Uniti e Regno Unito manifestavano preoccupazioni sull’attivismo militare di Putin, inviava resoconti in patria molto rassicuranti), il quale si preoccupa di farci sapere che a suo giudizio dobbiamo -testuale- ” “ricucire rapporti con la Russia”. Evidentemente al generale Vannacci non interessa nulla che quel paese abbia invaso, stia invadendo e stia occupando militarmente contro ogni convenzione internazionale sottoscritta dall’Italia un altro paese, portando la guerra nel cuore dell’Europa. Vannacci vuole “ricucire” con uno Stato aggressore, negando nei fatti il diritto fondamentale dell’Ucraina alla sua autodifesa.

E contemporaneamente, nell’emiciclo di Strasburgo Fratelli d’Italia, Lega (rieccoci) e Movimento 5 Stelle (in versione vendittiana, certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano…) si astengono sulla risoluzione del Parlamento Europeo contro le ingerenze russe in Europa. Nelle linee guida della NATO -che pure Vannacci peraltro dovrebbe ben conoscere- si parla di “guerra cognitiva” che Russia, Cina e Iran stanno conducendo con azioni su diversi fronti: dispiegamento del terrorismo e delle sue tecniche, manipolazioni dei media, azioni di pirateria sul web, turbative sui mercati azionari, diffusione di virus informatici, impiego dei social media per aumentare la frammentazione nelle società occidentali. Il generale russo Valerij Vasilevic Gerasimov definì a suo tempo questa azione condotta dalla Russia come “il caos ingegnerizzato delle guerre ibride di seconda di generazione per colpire alcuni Paesi”.

Di tutto questo si discute tra i nostri Alleati. E a queste preoccupazioni come risponde la Destra? Candidando un generale di aperte simpatie putiniane, e svignandosela -in compagnia di quel premier che aprì le porte dell’Italia all’esercito russo in piena pandemia- sull’assunzione parlamentare di responsabilità in tema di guerra ibrida.

E’ ben vero che nella storia italiana a Destra c’è una consolidata tradizione di generali particolari, da Badoglio in poi, per i quali il cambio di fronte è una operazione che rientra nelle caratteristiche dell’azione. Ma quell’Italietta pensavamo fosse andata negli archivi. Motivo in più per andare al voto il prossimo giugno, e premiare chi pensa alla credibilità del Paese, al futuro della nostra libertà e della nostra democrazia e che vuole gli #statiunitideuropa e non l’esercito russo che scorrazza per la Penisola.

P.S: in queste ore, il vicesegretario della Lega, Crippa, e il ministro della Difesa, Crosetto, sulla vicenda Vannacci sono impegnati in un simpatico scambio di “cortesie” e di schiaffoni reciproci. Non credo davvero che il nostro esercito, i nostri militari e le nostre forze armate meritino tutto questo spettacolo che rischia di rendere di loro un’immagine sbagliata, forzata e del tutto strumentale".

Lo afferma su X il capogruppo di Italia Viva al Senato, Enrico Borghi.

Sezione: Politica italiana / Data: Ven 26 aprile 2024 alle 22:20
Autore: Veronica Mandalà / Twitter: @very_mandi
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