A cura di Alessandra Broglia

Una seconda puntata, nella quale entriamo nel dettaglio, sull’ approfondimento dei virus influenzali, cercando di capire come agiscono dentro di noi, con la preziosa consulenza del nostro esperto, il dottor Paolo Meo, specialista in medicina tropicale e malattie infettive, nonché direttore della Clinica del Viaggiatore Cesmet, in Roma.

Quali virus provocano la malattia influenzale?

La malattia influenzale è provocata da 3 tipi di virus della famiglia delle Orthomyxoviridae : 

tipo 1 Influenzavirus A

tipo 2 Influenzavirus B

tipo 3 Influenzavirus C

I virus dell’Influenza A e C hanno la caratteristica di infettare diverse specie animali, tra cui l’uomo e possono essere trasmessi tra le varie specie. 

I virus dell’Influenza B infettano praticamente esclusivamente l'uomo.

I virus influenzali del tipo A e B presentano nelle loro superfici 2 molecole (glicoproteine) che li caratterizzano e mutano in continuazione (le cosiddette mutazioni annuali per cui cambia costantemente il vaccino).

Queste le glicoproteine presenti nella parte esterna del virus: 

•​L’ Emoagglutinina molecola contrassegnata con la lettera H e costituisce la porzione virale che si lega alle cellule della mucosa respiratoria.

•​La Neuraminidasi molecola contrassegnata con la lettera N ed ha la funzione di facilitare la fuoriuscita del virus dalle cellule una volta che questo si è riprodotto.

Le emoagglutinine (H) e le neuraminidasi (N) sono glicoproteine con caratteristiche antigeniche, ossia molecole riconosciute dalle cellule del sistema immunitario che attiva le funzioni di difesa dell’organismo. I Virus influenzali sono riconosciuti dal nostro sistema difensivo attraverso queste molecole presenti sulla superficie dei virus influenzali.L'emoagglutinina, che si trova nella capsula esterna del virus, si comporta da chiave per entrare nelle cellule respiratorie. Infatti, l’emoagglutinina del virus si lega alla superficie della cellula della mucosa respiratoria e consente l’entrata del DNA virale nella cellula medesima. All’interno della cellula respiratoria il virus si riproduce in milioni di copie (virus figli). 

La neuraminidasi invece entra in gioco quando il virus influenzale, che si è riprodotto migliaia e migliaia di volte, deve abbandonare la cellula infettata per infettarne di nuove ed iniziare un nuovo ciclo riproduttivo. E l’infezione diffonde nella mucosa respiratoria. La neuroaminidasi è una molecola addetta a liberare il virus dalla superficie della cellula stessa, a cui è adeso, in modo da liberarlo e farlo uscire dalla cellula, infettare altre cellule respiratorie, e consentire la riproduzione dei virus che cresce esponenzialmente. In questo modo crescono esponenzialmente anche i sintomi. Questo è il meccanismo, espresso in modo semplificato, di come agisce il virus dentro di noi. 

Quali sono i sintomi dell'influenza?

L’influenza è una malattia caratterizzata da una serie di sintomi derivanti dalla risposta dell’organismo alla invasione ed alla riproduzione del virus all’interno delle nostre cellule respiratorie. La reazione del sistema difensivo immunitario provoca l'insorgenza improvvisa di febbre, anche alta, accompagnata da tosse, dolori muscolari. Anche una cefalea particolarmente fastidiosa che caratterizza la crescita dei sintomi. A questi si aggiungono brividi, inappetenza, grande sensazione di affaticamento e infiammazione e dolenzia delle via aeree superiori. Tra i sintomi anche la nausea, il vomito e la diarrea caratterizzano l’influenza in particolare nei bambini. I sintomi generalmente si esauriscono in una settimana, o dieci giorni, il tempo di risposta del sistema immune per neutralizzare il virus e la sua riproduzione. Ma negli ultra sessantacinquenni, nei piccoli bambini, in particolare sotto l’anno di età e nei portatori di malattie croniche i sintomi possono essere più gravi, persistenti, con maggior rischio di complicanze più gravi o peggioramento della condizione di base.

Come si trasmette l'influenza?

L'influenza si trasmette per via aerea, attraverso le goccioline della nostra saliva. Quindi in ambienti esterni, ancora più quelli chiusi e poco areati. Può essere una trasmissione diretta attraverso la tosse, gli starnuti, o i contatti molto ravvicinati di persone che hanno il virus. Oppure una trasmissione indiretta contaminandosi con il virus presente su oggetti o superfici contaminate dallo stesso. Per diminuire il rischio di contagio è opportuno (1) evitare luoghi affollati e non arieggiati; (2) lavarsi le mani con acqua e sapone per evitare la contaminazione da virus diffuso su superfici di ogni tipo, meglio un sapone che disinfettanti come detergenti a base di alcol o salviettine disinfettanti che rovinano la flora batterica difensiva sulla nostra pelle; (3) non toccare occhi, naso e bocca con le proprie mani contaminate; se si tossisce o si starnuta , è meglio coprire il proprio naso o bocca con un fazzoletto di carta; (4) è inoltre importantissimo, se possibile, tenere gli ambienti areati ed assolati. Se si vuole evitare di diffondere il virus ad altre persone, ed in particolare ai più anziani e deboli, è bene utilizzare una mascherina in caso di sintomi influenzali. 

Per quanto tempo una persona con influenza è contagiosa per gli altri?

Il periodo di incubazione dell'influenza stagionale solitamente va dai 4 ai 5 giorni. Generalmente le persone adulte cominciano a diffondere i virus da uno due giorni prima dell'inizio dei sintomi, e questa capacità diffusiva rimane fino a 5 giorni dall’inizio dei sintomi. Nei bambini e nelle persone più fragili e con sistema immune poco attivo il contagio può durare più a lungo, fino a 8/10 giorni.

Il dottor Meo è a disposizione per rispondere alle vostre domande, al seguente indirizzo:  pazienti@cesmet.com

[continua]

Sezione: Medicina del Viaggiatore / Data: Sab 21 ottobre 2023 alle 15:30
Autore: Redazione PN
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