A cura di Alessandra Broglia

Continuano le restrizioni anti-Covid, che simili a un crescendo rossiniano, per usare un eufemismo, in questi giorni carichi di bombardamento mediatico, non sembrano fornire notizie sempre precise al riguardo. Un clima di festività che spinge alla prudenza, ma almeno si può percepirne la diversità, rispetto allo scorso anno. Oggi iniziamo a parlare di zanzare, portatrici di varie patologie. Ci affidiamo, come di consueto, al dottor Mauro Berta, membro del comitato scientifico per la dermatologia di Ambimed Group Milano network in Travel and Tropical Medicine Italia e del Centro di Ricerca Scientifica Biochimica, Nutrizione e per la medicina tropicale D. Carrion, Facoltà di Medicina, Univ. Nacional Mayor de S. Marcos – Lima.

Le punture di zanzara: quali patologie trasmettono?

Spesso uno dei maggiori rischi sono i vettori come la zanzara aedes aegypti. Al di là della malaria sono portatrici di patologie, meno evidenti ma trasmesse da questo unico vettore, responsabile della dengue, la chikungunya e la zika. Possono essere fronteggiate con l’uso di repellenti a base di icaridina e dietiltoluamide, come per le miasi, di cui sicuramente questi repellenti possono aiutare in maniera fondamentale. Volevo evidenziare che queste patologie esotiche si stanno avvicinando anche in Europa; abbiamo visto dei focolai di West Nile fever, di dengue e chikungunya, nelle regioni dell’Emilia Romagna e del Veneto. Piccoli cluster di questo problema emergente, poiché una volta il vettore era la zanzara aedes aegypti, oggi si è adattata anche la nostra aedes albopictus (zanzara tigre). Quindi è importante valutare questi rischi anche a livello europeo, per tropicalizzazione del clima, come delle patologie nominate prima.

Aedes Aegypti: da cosa si caraterizza?

R: Appartiene alla famiglia delle Culicidae, che è un vettore di virus particolari ed portatori di patologie quali dengue, chikungunya e zika, come anche la febbre gialla urbana e altre patologie. È una zanzara che presenta chiazze biancastre sulle zampe e strisce più chiare sul torace. Si moltiplica dentro serbatoi domestici di acqua e dà vita a diverse epidemie, ma soprattutto a livello urbano, non di zone forestali o a rischio. La dengue in particolare è   diffusa in regioni tropicali e subtropicali. Ha una curva termica di febbre detta sella, naturalmente in corrispondenza del secondo picco febbrile compare un esantema di tipo eritematoso diffuso.

Quali sono le cause della dengue?

È causata da un flavivirus, e si manifesta con febbre, artrarlgie, mialgie, tanto che denominata “la febbre da spaccar le ossa”, poiché provoca dolori tali che il paziente non riesce a stare in posizione eretta. Una patologia piuttosto invalidante, perché il problema delle ossa, crea dei grandi problemi di deambulazione. Può anche dare tosse e rinorrea, cioè muco attraverso il naso, nonché febbre emorragica. Il flavivirus si presenta in quattro tipologie, il den1, il den2, den3 e den4, tutti responsabili della dengue. Una caratteristica da evidenziare è l’andatura rigida, come di persona la cui camminata ricorda un po’ quella di un dandy.

Quali aree geografiche sono interessate da questa patologia?

Vari paesi dell’America centrale meridionale, l’Africa e l’Asia. Per quanto concerne l’Europa, sono stati rilevati dal 2010 dei cluster di circa 60 casi. I casi autoctoni si sono verificati in Croazia, Francia, Spagna e Italia. Nel 2020 abbiamo avuto 10 casi di dengue, nella zona del Veneto, in pazienti che non erano di ritorno dall’Africa. Nel nostro Paese il vettore non è costituito dalla aedes aegypti ma la aedes albopictus (zanzara tigre). I casi di importazione, cioè per turismo o per lavoro sono stati 108, nel 2018, 185 nel 2019 e 19 nel 2020.

Quanto dura l’incubazione?

Circa sei giorni, si deve cercare di evitare questa puntura di zanzara, con repellenti a base di icaridina e dietiltoluamide, per proteggersi quotidianamente, uniti ad indumenti di fibra naturale e di colori chiari nonché l’uso di zanzariere durante la notte.

Altre forme di prevenzione? Quali possono essere?

È stato approvato un primo vaccino dalla Food And Drug Administration, negli USA, somministrato in tre dosi. È stata nominata in precedenza l’espressione “febbre da spaccare le ossa”, ma in laboratorio si è visto che comporta anche un abbattimento dei globuli bianchi nonché altri fattori che riguardano la coagulazione.

Come si può curare?

La dengue non presenta una terapia specifica; si usano antipiretici quali il paracetamolo, è importante evitare i farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), come il ketoprofene o il diclofenac, poichè hanno un effetto anticoagulante.

Ringraziamo il dott. Berta per le sue preziose argomentazioni, che ci spingono a riflettere, anche sull’ importanza della prevenzione, ma vi diamo appuntamento alla prossima settimana per continuare con altre patologie annesse.

Sezione: Medicina del Viaggiatore / Data: Sab 01 gennaio 2022 alle 11:05
Autore: Redazione PN
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