A cura di Alessandra Broglia

Il covid-19, che ci ha colpito in questi ultimi anni, è stato valutato che diversi pazienti con infezione di questo tipo, sintomatici e non, quindi anche positivi e senza sintomi, hanno presentato un coinvolgimento della pelle, con diverse tipologie di manifestazione. Una premessa che ci viene fornita dal nostro esperto, il dottor Mauro Berta, membro del comitato scientifico per la dermatologia di Ambimed Group Milano network in Travel and Tropical Medicine Italia e del Centro di Ricerca Scientifica Biochimica, Nutrizione e per la medicina tropicale D. Carrion, Facoltà di Medicina, Univ. Nacional Mayor de S. Marcos – Lima.

Quali tipi di lesioni cutanee sono state scoperte?

Premetto che i soggetti coinvolti sono di ogni fascia anagrafica, pediatrici, adulti, giovani, età avanzata, cui è stata riscontrata una situazione cutanea, come rush cutanei diffusi, con un aspetto di esantema morbilliforme. Lesioni puntiformi tipo morbillo – o lesioni vescicolose, tipo varicella, ricordando che è dovuta a un herpes, e quindi le lesioni si presentano sotto forma di vescicole, cioè piene di liquido. Altro caso di lesioni cutanee da covid sono le lesioni pomfoidi o orticarioidi. Nelle nostre osservazioni in soggetti covid-19 positivi asintomatici, o covid-19 positivi con sintomi abbiamo trovato questo tipo di lesioni cutanee; tutte con intenso prurito che in genere tendono a sparire in pochi giorni, ma in alcuni casi vanno trattate. Negli asintomatici si sono riscontrate delle lesioni dette acroposte, che colpiscono cioè le mani o i piedi e sono tipiche del covid perché sono molto simili ai geloni da freddo. Una sorta di gelone che insospettisce, specie se ci si trova in stagioni non fredde. Oltre che sensazione di prurito provocano sensazione di bruciore. Tra le prime ipotesi si è pensato a un effetto indiretto dell’infezione virale, con un meccanismo di azione immunologica, cioè di risposta del corpo, verso i piccoli vasi cutanei che colpiscono in particolare l’età pediatrica, gli adolescenti e i giovani. Ora che la variante Omicron sta colpendo in modo particolare i questi ultimi, le lesioni simili ai “geloni” si vedono perché pensiamo siano una reazione del nostro sistema di difesa immunitario nei confronti del virus, che colpisce questa reazione, dando questo arrossamento delle dita di mani e piedi.

Sono stati effettuati degli studi al riguardo?

Sono stati effettuati su duecento soggetti dalla SIDeMaST (Società Italiana di Dermatologia medica, chirurgica, estetica e delle Malattie Sessualmente Trasmesse), in collaborazione con venti centri dermatologici italiani. Si è riscontrata anche la livedo reticularis, che colpisce le gambe, con lividi come da trauma, con raccolta ematica sottocute. Di norma si riscontra in alcuni casi con persone con problemi vascolari; il covid-19 oltre a questa forma simile a geloni, si manifesta anche con la patologia appena nominata. Poi abbiamo anche la vasculite, lesioni con possibili evidenze di ulcere all’altezza degli arti inferiori e le eruzioni morbilliformi, oppure vescicole, o, come detto in precedenza lesioni pomfoidi.

Quali risultati avete riscontrato?

R: Tra gli asintomatici il 15% ha avuto manifestazioni cutanee, il 25% tra i pazienti affetti da covid-19 in forma molto lieve, il 47% in forma moderata e l’11,5% quella grave. Mi spiego meglio, soprattutto si è presentata una risultante di lesioni cutanee da covid-19, nelle forme moderate e lievi. In misura minore negli asintomatici e ancor meno in quelle gravi, poiché in quelle gravi sono colpiti in particolare i polmoni, o come nella forma Omicron, le vie aree superiori. Il 27,4% sono state le eruzioni simili al morbillo, i geloni con il 25%, il 13% con le lesioni orticarioidi e le eruzioni simili alla varicella, con numero simile a quest’ultime. La livedo reticularis con il 3,6%.

Cosa ha evidenziato questa indagine?

I segnali cutanei possono essere indicativi per la diagnosi da covid-19 e inducono ad effettuare un tampone di tipo molecolare. Si è riscontrato che il tasso medio di letalità è direttamente proporzionale all’avanzare dell’età, poiché circa il 25% dei decessi era sopra gli 80 anni, mentre da 0 a 29 anni 00,1 fino allo 00,2 e lo 00,5% nella fascia che va da 30 a 39 anni. Alcune eruzioni erano invece tipiche dell’età pediatrica, molti cambiamenti sono avvenuti con le nuove varianti come la Delta e la Omicron, dove con quest’ultima vi è una forma molto più blanda, colpendo le prime vie aeree e i cui sintomi possono rimanere non evidenti, o comparire con mal di gola, raffreddore e della tosse. Piuttosto raramente si hanno dei rialzi febbrili importanti; si può riscontrare un’ipertermia che può raggiungere al massimo i 37,5 gradi. Sono più comuni queste manifestazioni cutanee, poiché la variante Omicron sta colpendo in maggioranza i giovani.

                                                                                                          [continua]

Sezione: Medicina del Viaggiatore / Data: Sab 05 marzo 2022 alle 15:45 / Fonte: di Alessandra Broglia
Autore: Redazione PN
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