a cura di Alessandra Broglia

Riprendiamo l’argomento iniziato la volta scorsa su questa patologia complessa, che si è deciso di suddividere in più parti, affidandoci al consueto supporto del nostro esperto, il dottor Mauro Berta, membro del comitato scientifico per la dermatologia di Ambimed Group Milano network in Travel and Tropical Medicine Italia e del Centro di Ricerca Scientifica Biochimica, Nutrizione e per la medicina tropicale D. Carrion, Facoltà di Medicina, Univ. Nacional Mayor de S. Marcos – Lima.

Quale profilassi è possibile adottare?

Questa malattia è comunque curabile e soprattutto prevenibile. Per l’infezione latente abbiamo una profilassi con un farmaco che si chiama isoniazide. Per le categorie a rischio si può utilizzare il vaccino vivo attenuato, come in zone di più elevata incidenza.

Come si può agire nella forma attiva?

Richiede assunzione di antibiotici, di varie tipologie come: isoniazide, già nominato la volta scorsa, rifampicina, etambutolo e pirazinamide. Sono i cosiddetti farmaci di prima linea nei confronti della tubercolosi. Il successo di questo trattamento, in base a molti lavori e screening, risulta di circa l’80%. Trascorsi quindici giorni dall’inizio del trattamento farmacologico, con questo gruppo di antibiotici, la probabilità di contagio crolla e il malato, non è più in grado di trasmettere la malattia (fase non contagiosa). Esiste però il problema dei trattamenti non correttamente somministrati, che ha creato la comparsa di ceppi resistenti ad alcuni di questi antibiotici. Il problema sussiste nelle popolazioni più povere, poiché è difficile seguirle nel controllo della giusta somministrazione di antibiotici, del gruppo nominato in precedenza, ed è difficile che ritornino per effettuare un follow-up a distanza di tempo.

Con quali farmaci si è creato il problema dei ceppi resistenti?

Le resistenze sono state riscontrate in particolare con due farmaci: l’isoniazide e la rifampicina. In questi casi si passa a farmaci di cosiddetta seconda linea. Un’infezione attiva, se tempestivamente diagnosticata è curabile nella maggior parte dei casi.

Come si agisce con persone cui viene diagnosticata al ritorno da un viaggio?

Abbiamo riscontrato circa un 2-3% di incidenza tra la popolazione che viaggia abitualmente, la quale può venire a contatto con il virus; ma non è detto che abbia la tubercolosi, ma risulta positivo. Quindi è quella condizione di tubercolosi latente. Una malattia presente in tutte le parti del mondo, ma comunque non è così facile contrarla, bisogna essere a stretto contatto con una persona affetta dalla forma attiva e non latente, parlare ravvicinati, e con l’emettendo goccioline nasali o salivari. Ma è pur vero che chi viaggia non sempre è in condizioni di essere immunocompetente, ma potrebbe avere delle malattie concomitanti, come ad esempio il diabete, che possono renderlo un po’ instabile dal punto di vista delle difese. Pertanto mi raccomando negli anziani perché l’età avanzata è una delle cause con cui si può rischiare di prenderla con facilità. Un’altra categoria sono le persone con malnutrizione a seguito di malattie pregresse, poi guarite, come ad esempio la perdita di peso. Per questo è una buona idea effettuare una visita prima del viaggio, tenendo conto dell’età se avanzata, controllo di assenza di malattie concomitanti, come il diabete, come appunto la malnutrizione o un’imnunodepressione, che può arrivare da infezioni pregresse, o da farmaci possono determinarla. La stessa cosa vale per persone che hanno avuto recentemente trattamenti oncologici, come radio e chemioterapia, essendo soggetti indeboliti e perciò fortemente a rischio. Di questo 2% che si riscontra oltre la metà si tratta di persone, le quali hanno patologie concomitanti o in quel momento immunodepresse. La regola di mantenere almeno un metro di distanza, che abbiamo imparato con il covid-19 può essere utile, specie con le popolazioni locali. È quindi utile effettuare anche al ritorno da un viaggio, anche controlli di questo tipo, specie, come ripeto, se in età avanzata.

Un altro aspetto di questa patologia riguarda la cute, di cui parleremo la prossima volta.

Sezione: Medicina del Viaggiatore / Data: Sab 19 febbraio 2022 alle 12:51 / Fonte: di Alessandra Broglia
Autore: Redazione PN
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