Riguardo all'attualità politica, la redazione di PoliticaNews.it ha intervistato in esclusiva Diego Zardini, esponente quota Pd.

Quali sono le vostre aspettative in ottica amministrative?

"Le nostre aspettative sono le aspettative dei cittadini. In molte città la spinta dei movimenti populisti si è esaurita e le cronache raccontano non solo della stanchezza rispetto ai temi identitari, ma soprattutto l'inadeguatezza di governare comunità grandi e complesse con le semplificazioni retoriche. Napoli ha accumulato un debito mostruoso di quasi 5 miliardi di euro, non riesce a spendere le centinaia di milioni di euro di fondi europei per la riqualificazione del centro storico e per completare la rete della metropolitana, ci sono interi parchi chiusi da anni perché non si fa la manutenzione degli alberi. Dopo il rilancio offerto da Chiamparino, per Torino il rischio di essere relegata a quartiere dormitorio di Milano è più di un'ipotesi remota. Roma sconta problemi che risalgono agli ultimi 15 anni che riguardano i rifiuti, i trasporti e i servizi nei quartieri periferici. In tutte e tre le città non ne usciremo senza un nuovo patto di cittadinanza da un lato, cioè i cittadini e gli abitanti saranno chiamati a partecipare attivamente alla trasformazione urbana. E un patto con le rispettive Regioni. Si mettano da parte le eventuali differenze di colore politico, si suddividano ruoli e competenze, si facciano dei piani realistici e credibili per uscire dalle emergenze e poi Comuni e Regioni si diano un tempo adeguato, 5 anni, per lavorare, ricucire gli strappi e ridare forza a queste città straordinarie. Le guerre, anche istituzionali, portano solo distruzioni e ad averne la peggio sono le persone, in particolare quelle più fragili".

Come giudicate le primarie appena conclusasi?

"Le primarie sono uno strumento che aiuta i partiti a selezionare le proprie classi dirigenti. Spesso funzionano bene, come a Roma, talvolta provocano divisioni o peggio, lacerazioni, come in parte avvenuto a Bologna. Dopo una campagna elettorale molto aggressiva per le primarie, è difficile sedare gli animi e ricomporre le liti come se non fosse successo nulla. Agli occhi dei cittadini che fino a qualche giorno prima hanno visto, sentito, letto due o più candidati accusarsi e litigare appare poco credibile che quelle stesse persone siano d'improvviso d'accordo su tutto. Il messaggio che diamo in questi casi rischia di essere proprio sbagliato perché sembra che vengano fatti accordi tra posizioni inconciliabili solo in funzione del potere. Ripeto, le primarie sono uno strumento non il cuore della politica. E lo stesso vale per le posizioni apicali di sindaco, presidente di regione, assessore, sono funzionali a promuovere un'idea di società, la linea politica che ci si è dati, l'attuazione di questa o quella riforma. Non certo fini a se stesse".

Sezione: Esclusive / Data: Gio 01 luglio 2021 alle 15:30
Autore: Luca Cavallero
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