I temi della scuola e soprattutto la ripartenza del settore a settembre. Tra luci e ombre. Ne abbiamo parlato con la senatrice della Lega Valeria Alessandrini, membro della commissione pubblica istruzione del Senato.    

Senatrice, cosa ha funzionato nel progetto scuola a distanza? E cosa invece non è andato?

"La chiusura della scuola è una ferita per tutti ed è causa di una perdita della socialità, fondamentale nello sviluppo dei bambini, prima e dei ragazzi, poi. I dati sulla didattica a distanza nel nostro paese sono eloquenti e molto diversi da quelli che il ministro Azzolina ha esposto in Senato. Lei andava fiera dell’80% di studenti raggiunti, mentre i dati reali ci dicono che quasi il 30% delle famiglie, a casa, non possiede un dispositivo idoneo a seguire le lezioni e il 23% non ha a disposizione una connessione adeguata. Il 50% degli alunni, quindi, non può seguire le lezioni e se riesce a farlo lo fa con molta fatica. Per rendere effettivo il diritto all’istruzione bisogna fare in modo che chi è privo di pc o tablet connessi, ne sia dotato, monitorando costantemente quanti studenti siano effettivamente raggiunti. Un problema che non è stato assolutamente risolto. Parlando dell’Umbria, nei comuni del cratere sismico la fibra ottica è ancora assente, per cui sostenere il carico di traffico dati, con famiglie con più di un figlio che seguono lezioni a distanza e con genitori che lavorano in smart working, è difficile, se non impossibile." 

Che tipo di scenario si prospetta per settembre?

"Da settembre sarà un caos su tutta la linea. Per quanto riguarda i docenti avremo 30 mila precari in più per un totale di 200 mila supplenti. Per quello che concerne il rientro in classe degli studenti, le linee guida del comitato tecnico scientifico per la riapertura delle scuole non sono attuabili.  Distanziamento di un metro tra i banchi? Per far questo, in un’aula con più di 20 allievi, bisognerebbe rinnovare tutti gli edifici scolastici. Inoltre c’è l’obbligo di indossare le mascherine, dai 6 anni in su, per tutte le 5 ore di lezione. Facendo i conti: 8 milioni di studenti, per 2 mascherine al giorno, fanno 16 milioni di mascherine, al costo di 50 centesimi l'una, si arriva a circa 8 milioni di euro di spesa giornaliera. È evidente che i milioni stanziati dal governo per la sicurezza nella scuola, non bastano. Chi coprirà questi costi? La paura degli italiani è che ricadranno sulle famiglie già stremate da questa crisi economica. Inoltre ci sarà la regola degli ingressi scaglionati e differenziati. Facile immaginare le problematiche organizzative ed i disagi per i genitori che lavorano."

Si poteva fare di più e meglio? Se si come?

"Si doveva fare di più, anche perché il ministro in ogni occasione possibile ha dimostrato superficialità ed incapacità, contraddizioni, carenze e soluzioni pasticciate che hanno reso questi mesi oltremodo difficili per tutti gli attori del settore scuola. Un esempio? Le scuole si sarebbero dovute chiudere da subito senza temporeggiare o optare per soluzioni incerte. Un altro grave errore è stato proclamare fin da subito che tutti gli studenti sarebbero stati promossi, in questo modo molti ragazzi si sono potuti adagiare, limitando il loro impegno nella Dad (didattica a distanza). Il governo avrebbe dovuto ascoltare i docenti, il personale Ata, le famiglie e gli studenti. In una situazione come questa, per risolvere il problema delle centinaia di migliaia di precari e permettere agli studenti di avere i loro insegnanti a settembre, l'unico modo sarebbe stato quello di assumere in base alle graduatorie, con un grande piano di stabilizzazione di circa 100 mila docenti. Dovevano essere aggiornate le attuali graduatorie d'istituto, si sarebbe dovuto procedere al riconoscimento del servizio maturato dai supplenti inseriti in seconda e terza fascia sulla base del vigente regolamento."

Le proposte della Lega per la ripresa dell'attività didattica

"Noi della Lega ci stiamo battendo da tempo affinché il governo preveda più investimenti nell'edilizia scolastica, per ampliare e diversificare gli spazi, garantendo quindi a tutti la possibilità di fare lezione in presenza, superando di fatto l’idea della didattica in presenza alternata a quella a distanza. Parliamo del futuro dei nostri figli e su salute e istruzione la via maestra non può essere quella del lavorare in economia. Non possiamo considerare la didattica a distanza come un’alternativa da prorogare ulteriormente. Solo in presenza, infatti, si possono raggiungere obiettivi disciplinari e trasversali, attraverso modalità realizzabili esclusivamente stando insieme in uno spazio fisico reale e non virtuale."

 L’Umbria si è trovata ad affrontare l'emergenza sotto la guida della nuova giunta: soddisfatta della gestione?

"Posso dire con orgoglio che la mia Umbria sta per tagliare il traguardo di regione Covid-Free, è stata e continua ad essere un modello nazionale nella gestione dell’emergenza. La giunta ha giocato d’anticipo operando in maniera chiara e lungimirante. In percentuale meno pazienti ricoverati e più guariti rispetto alla media nazionale, con un tasso di letalità che è il più basso di tutte le regioni d’Italia e un tasso di guarigione da record. La strategia dell’assessore Coletto e della presidente Tesei, specifica e puntualmente tarata sulle necessità della regione, sulle sue carenze pregresse e sul potenziamento delle risposte in linea con un’analisi dei contagi e del loro sviluppo, si è dimostrata vincente. Un sistema che ha funzionato perché c’è stato coordinamento e velocità d’azione."

Sezione: Esclusive / Data: Gio 04 giugno 2020 alle 13:30
Autore: Alessandro Santarelli
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