In merito alle trattative in orbita Ue legate alla gestione, sanitaria ed economica, dell'emergenza Covid, la redazione di PoliticaNews.it ha intervistato in esclusiva Luisa Regimenti, eurodeputata quota Lega.

Tra i grandi temi della primavera c’era il fatto che non vi fosse cooperazione tra i vari stati Ue nel fronteggiare in maniera compatta l’epidemia. A distanza di ormai qualche mese si è invertita la rotta?

"La cooperazione tra gli Stati membri non c’è stata prima e stenta ancora adesso a concretizzarsi, ora che la seconda ondata della pandemia ha riempito di nuovo le terapie intensive e i sistemi sanitari di tutti i Paesi sono andati ancora una volta in tilt. Con significative differenze, a dimostrazione di una scarsa collaborazione reciproca, mal gestita a livello comunitario. Sono stati soprattutto i Paesi del nord, i cosiddetti ‘frugali’, a creare ostacoli. Oggi l’emergenza vede i singoli Paesi forse più attenti e organizzati, ma resta una scarsa cooperazione che l’Ue avrebbe dovuto invece perseguire sin dall’inizio, dimostrando una visione globale più aperta e meno miope".

Come commenta gli attacchi ai governi di matrice sovranista nella gestione della pandemia?

"Bruxelles ha chiesto agli Stati di rinunciare alla propria sovranità, ma senza programmare una valida ed efficace strategia comune. E’ evidente la difficoltà di sviluppare un percorso solidale e di sostegno reciproco, come stanno dimostrando ad esempio l’estenuante trattativa per il Recovery Fund e la discussione sull’utilizzo del Mes, che riteniamo strumento inadeguato che rischia di compromettere la sovranità del nostro Paese con il pericolo di commissariamento dell’economia. L’Ue, pertanto, è ancora lontana dal modello ideale che ha ispirato la sua nascita e spingere su aspetti ideologici e politici più che su necessità pratiche e di sanità pubblica conferma il fatto che l’Ue mantiene ancora oggi un’identità liquida".

Dal punto di vista dell’importanza geopolitica che ruolo sta giocando l’Italia nello scacchiere europeo? È considerato un interlocutore all’altezza o si è indebolito rispetto al Conte I?

"La pandemia ha trovato impreparato il nostro Paese, che ha faticato a organizzarsi. Una situazione che ha interessato, comunque, anche altri Stati europei. L’Italia ha provato ad accreditarsi come modello da seguire nella gestione dell’emergenza, ma senza riuscirci e sicuramente si è indebolito. Ora dovrà prima pensare a risolvere le sue difficoltà interne, c’è bisogno di interventi urgenti e a lungo termine, di una riforma che investa in maniera capillare tutto il territorio. Sono necessarie nuove intese, collaborazioni, strategie operative, condivisione di programmi di ricerca per sviluppi futuri della medicina. Come Lega ribadiamo che non siamo contro l’Europa, ma siamo contro questa idea di Europa. Dobbiamo riappropriarci di un ruolo di primo piano in un’Europa che riconosca il valore della nostra identità nazionale. E puntare molto sui giovani, che devono essere i protagonisti di questo cambiamento, attraverso un nuovo impulso, soprattutto, alla cultura e alla formazione".

Sezione: Esclusive / Data: Sab 05 dicembre 2020 alle 15:00
Autore: Luca Cavallero
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