L'Istituto Affari Internazionali ha organizzato il seminario “Il futuro dominio navale: capacità militari e innovazione tecnologica”. La redazione di PoliticaNews.it ha assistito all’evento, che ha avuto l’obiettivo di accrescere la consapevolezza, di incrementare il dialogo dei vertici del settore marittimo e industriale, stimolando così, con un approccio inclusivo, la collaborazione tra le industrie dell’Unione europea per ampliare il raggio di veduta e di rafforzamento della difesa del contesto marittimo, a fronte degli eventi che caratterizzano il mondo di oggi.

L’evento è stato introdotto dal Sottosegretario di Stato al Ministero della Difesa nel governo Meloni Matteo Perego di Cremnago: "Il 30% degli italiani vive entro 300 dalla costa, l’80% dei fondali sono inesplorati. Il dominio marittimo e navale è strategicamente fondamentale. Oggi si discute su una maggiore autonomia dell’Europa: questa passa da un fattore abilitante del dominio tecnologico. L’accrescimento delle capacità tecnologica dell’Underwater (un dominio a se stante) è una sfida stimolante per il nostro Paese perché interseca diversi interessi: pensiamo agli idrocarburi, per esempio. La dimensione navale è quella che più ha fatto emergere quanto siano oggetto di complessità le innovazioni tecnologiche. Ci tenevo ad inquadrare politicamente le iniziative per lo sviluppo tecnologico del mare, un aspetto che fa bene al Paese”.

LE CONTINGENZE MONDIALI. Nel contesto di sicurezza si è evidenziata un’attualità rilevante: molti attori decidono di sfidare l’ordine liberale e il mare è tornato ad essere teatro e oggetto di contesa. Le Marine devono stare al passo coi tempi poiché il dominio navale impone di fronteggiare l'evoluzione delle tecnologie di combattimento, come i big data e i sistemi d’arma ipersonici. Se è vero che le navi da guerra diventano sempre più complesse, è altrettanto vero che sono anche più vulnerabili di fronte alle nuove crescenti minacce. Cina e Russia sono tra i Paesi che hanno sviluppato maggiormente i progetti missilistici a difesa degli apparati navali.

LA MARINA AMERICANA. Ha investito maggiormente per l’equipaggiamento di sistemi utili a fronteggiare la minaccia di veicoli aerei con pilotaggio da remoto. La priorità della marina americana riguarda un programma che ha l’obiettivo di integrare una flotta eterogenea, sviluppando processi decisionali più rapidi e istantanei. Il clima di competizione strategica mostra l’importanza nell’investimento delle flotte marine per integrare sistemi avanzati su nuovi livelli. La minaccia russa non è più un’ipotesi di scuola: questo richiede capacità adeguate di difesa aerea, missilistica e deep strike. L’equipaggiamento navale deve svilupparsi a livello sistemico in modo più complesso per aumentare l’efficacia della letalità e della capacità di sopravvivenza della nave in occasioni di conflitto ad alta intensità.

LO SVILUPPO DEI DRONI. La via italiana all’automazione dei droni è sempre più abilitata dall’intelligenza artificiale: un’opportunità da cogliere per ottimizzare la vita di bordo e per portare alla riduzione degli equipaggi a fronte di problemi di mantenimento di servizi personale altamente qualificato. L'impiego dei droni aerei sarà sempre più importante per attività di caccia mine, operazioni logistiche e anche di sicurezza marittima. Con una persistenza geografica nell'area dei territori in cui non è possibile operare con mezzi guidati a bordo. La Marina italiana da tempo insiste sulla necessità di proteggere le infrastrutture subacquee: sussiste, a livello internazionale, una vulnerabilità (pensiamo al Gasdotto Nord Stream) e una ferma volontà a contrastarla con l'implemento delle tecnologie.

L’intervento è stato concluso dall’ammiraglio Barbieri dello Stato Maggiore della Difesa: “Una moderna pianificazione deve tenere conto dei contesti nazionali di riferimento. Che per noi sono due: da un lato la NATO, per cui il Paese prende impegni di target, dall’altro l’Unione Europea che promuove azioni complementari e sinergiche. L’azione dell’Ue si fonda sul principio del rafforzamento della base tecnologica e industriale. Il piano di azione europea sulla difesa sostiene la cooperazione industriale per lo sviluppo di capacità rispondenti alle esigenze dell’assetto”.

Sezione: Esclusive / Data: Gio 15 dicembre 2022 alle 11:00
Autore: Niccolò Anfosso
vedi letture
Print