La cosi detta fase tre del Virus, la speranza del vaccino, e i farmaci che cominciano a dare risposte importanti. Politicanews ne ha parlato con un alto dirigenti dell’istituto Mario Negri, un’eccellenza del nostro paese, il dott Antonio Clavenna capo dell’unita operativa di farmacoepidemiologia dell’istituto milanese, da febbraio in prima linea per la lotta al Covid 19

Dott Clavenna, possiamo definire anche per il virus una fase 3? Ci si ammala di meno e con sintomi più lievi..

“I dati e le testimonianze delle persone in effetti dicono questo. Ci sono meno pazienti che arrivano in ospedale e diminuiscono sensibilmente i ricoveri in terapia intensiva. Difficile dare una spiegazione in maniera attendibile a questo fenomeno, però i numeri disegnano questo scenario  e la situazione sembra al momento essere sotto controllo. “

Verrebbe quasi da pensare che il virus stia in modo naturale cambiando pelle..

“ Per il momento è ancora affrettato arrivare ad una conclusione del genere ma  è una delle ipotesi sul campo sulla quale stavo lavorando. Vero, secondo alcuni il virus è mutato, perdendo parte della sua carica virale, però devo altrettanto dire che non c’è una veduta comune tra gli esperti su questa tesi. Ci possono essere anche altri fattori che hanno contribuito a portare alla diminuzione dei casi. Le faccio un esempio: è in atto da mesi il distanziamento sociale, l’uso delle mascherine e il cambiamento delle nostre abitudini. Ecco io credo che tutto questo abbia contribuito alla riduzione della circolazione del virus e alla minor carica dello stesso. Oggi stiamo lavorando anche su ulteriori parametri. Che tipo di persona si ammala in questo periodo? Non è da escludere che chi si infetta adesso abbia un quadro clinico generale e pregresso  meno grave rispetto a prima percui il rischio di sviluppare forme gravi è più basso”

Dal punto di vista della cura e dei farmaci invece si è fatto qualche passo avanti?

“ Diciamo di si anche se li definirei molto piccoli. Alcuni farmaci che sembravano promettenti all’inizio, oggi non si sono dimostrati  efficaci, e penso alla idrossiclorochina che si credeva potesse avere un impatto   importante e che invece rispetto ai nostri studi e ai dati che abbiamo ha dimostrato di non essere un farmaco utile. Ci sono invece altre situazioni che hanno portato ad alcuni benefici, magari minori rispetto alle attese ma comunque importanti. Quali? Ad esempio il Rendesivir, un antivirale non ancora in commercio , ma sperimentato all’inizio per Ebola, pare che dia un discreto beneficio nel ridurre la durata della malattia, inoltre in Italia si è studiato gli effetti di un anti infiammatorio Tulicizumab che un minimo risultato lo ha portato. Diciamo che iniziamo a capire di più quali sono gli strumenti necessari..”

Dott Clavenna, ma è vero che il virus è arrivato in maniera diversa tra Nord Centro e Sud Italia?

“ Premessa: per parlare di struttura del virus abbiamo bisogno di ulteriori dati su quali stiamo lavorando ogni giorno. Per rispondere alla domanda le dico che si, potrebbe essere che ci siamo trovati di fronte a virus” diversi”  e aggiungo che secondo alcuni esperti addirittura nella stessa Lombardia potrebbero essere circolati ceppi di virus diversi tra loro. Certamente alcuni regioni hanno beneficiato delle misure di contenimento che sono state adottate . Non dobbiamo dimenticare che in Lombardia,  quando le restrizioni sono entrate in vigore, purtoppo l’epidemia era già  molto avanti. Io sinceramente leggo cosi il diverso impatto nelle regioni del Virus. Detto questo,  tra qualche mese, quando i nostri studi saranno più completi, avremo una riposta migliore anche su questo aspetto che certamente non è secondario”

Cosa ci dobbiamo aspettare con l’arrivo dell’autunno?

“ E’ difficile prevedere cosa accadrà. Diciamo subito che è possibile che arrivi la così  detta seconda ondata , però spero e confido che,  nel momento in cui ci dovesse essere di nuovo una circolazione importante del virus, ci sia una maggiore preparazione e quindi la possibilità di isolare e contenere subito i focolai. Credo che, anche nel caso di una seconda ondata, non sarà cosi problematica come la prima. Mi auguro che si sia imparato molto da quanto accaduto e dunque resto fiducioso anche per l’autunno e l’inverno prossimo”

A che punto siamo invece con il vaccino?

“Diciamo che siamo molto più avanti dell’atteso. Bisogna rimanere cauti, ma l’ottimismo in questo caso è dovuto ai fatti. Siamo già a 10 vaccini in studio nell’uomo, alcuni dei quali nella fase avanzata della sperimentazione. Quello di Oxford è arrivato alla cosi detta fase 2/3 con uno studio su una popolazione ampia. I dati disponibili non sono molti, ma lasciano ben sperare. Quanto tempo ci vorrà? Nella previsione più’ ottimistica qualche mese, in quella più negativa circa un anno…”

Sezione: Esclusive / Data: Sab 13 giugno 2020 alle 13:11
Autore: Alessandro Santarelli
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