Riguardo all'attualità politica, la redazione di PoliticaNews.it ha intervistato in esclusiva Francesco Dinacci, esponente quota Leu.

Come commenta il dibattito Draghi-Regioni? 

"Il Presidente Draghi sta tenendo una posizione di realismo e pragmatismo e ha fatto bene a sterzare le Regioni. La pandemia ha drammaticamente evidenziato i limiti dell’assetto istituzionale del nostro Paese, a seguito della riforma del titolo V, quando invece la tutela della salute come bene comune fondamentale richiederebbe un’articolazione dei poteri con un ruolo più incisivo per lo Stato, sempre nel rispetto delle autonomie territoriali. I dati, per esempio, ci dicono che ci sono ancora troppe differenze tra le Regioni nella campagna vaccinale, anche in presenza di indicazioni precise sui soggetti prioritari da vaccinare. Con l’arrivo di nuove forniture di vaccino si dovrà compiere, a ogni livello, uno sforzo straordinario per arrivare velocemente a mettere in sicurezza le persone più anziane e fragili, lasciandoci alle spalle meccanismi regionali in ordine sparso che hanno provocato situazioni intollerabili".

Per quali ragioni, a suo giudizio, il numero di vaccinazioni è sempre, a fine giornata, troppo esiguo? 

"Si sono superate le 280 mila dosi somministrate al giorno, ma non c’è alcun dubbio che serve una forte accelerazione se vogliamo uscire dall’emergenza sanitaria che costituisce la premessa per avviare la ripresa economica. C’è attesa di oltre 50 milioni di dosi nel secondo trimestre e 80 nel terzo. Purtroppo la campagna di vaccinazione nel Paese è stata rallentata da alcuni improvvisi disimpegni delle case farmaceutiche che hanno ridotto, anche in altri parti d’Europa, le dosi promesse, al punto che la stessa Commissione Europea è dovuta intervenire per fermare i ritardi. La verità è che occorre cambiare radicalmente, innanzitutto, il rapporto con Big Pharma e il rapporto fra ricerca, produzione e diritto universale ai farmaci anti-Covid 19. Poi, ci sono alcune inadeguatezze territoriali che aumentano ulteriormente i problemi nella campagna di vaccinazione".

Come commenta l’intervento dell’ex premier Conte, nell’ultima assemblea dei 5 Stelle? 

"Quello di Giuseppe Conte ai gruppi parlamentari del M5S è stato un discorso di ampio respiro che colloca chiaramente il nuovo M5S nel campo delle forze democratiche su una piattaforma programmatica seria, come il richiamo all’ecologismo, l'impegno per la giustizia sociale e l'obiettivo di un nuovo Statuto dei lavoratori adeguato alle condizioni di lavoro in questi tempi. E' dunque possibile e auspicabile che questo nuovo inizio del M5S sia anche un passaggio importante per la costruzione di una coalizione progressista coesa e capace di concorrere per il governo del Paese. La sinistra deve capire che il campo democratico si presenta oggi in modo molto inadeguato rispetto alle sfide che abbiamo di fronte, a cominciare da quella ambientale e pandemica. Per queste, nella nuova fase di riorganizzazione del centrosinistra che coinvolge il PD e il M5S, la sinistra non deve cominciare dai suoi gruppi dirigenti ma dai contenuti, discutendo di temi veri in modo aperto, per liberare potenzialità e nuove risorse".

Sezione: Esclusive / Data: Sab 03 aprile 2021 alle 15:30
Autore: Luca Cavallero
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