Riguardo al nuovo Dpcm, la redazione di PoliticaNews.it ha intervistato in esclusiva Celeste D'Arrando, componente della Commissione Affari sociali e Sanità, quota M5S.

A quali capi di imputazione attribuisce l’incremento dei contagi?

"L’impegno del nostro Paese nel gestire l’emergenza è stato riconosciuto ed elogiato da tutti. Abbiamo affrontato questa pandemia con senso di responsabilità e rigore, prendendo delle scelte difficili ma indispensabili. Per questo, in merito all’aumento dei contagi, non credo che ci sia nulla da recriminare. Siamo passati da una fase di lockdown ad una lenta e graduale ripresa delle attività e della vita sociale delle persone. Dobbiamo rispettare le regole, come quelle sul distanziamento fisico, indossare la mascherina e lavarci spesso le mani. Si tratta di un dovere civico e morale che dobbiamo avere nei confronti della tutela della salute pubblica".

L’Italia è attrezzata, dal punto di vista sanitario ed economico, per fronteggiare la seconda ondata?

"Il nostro Servizio sanitario nazionale ha dimostrato a tutti la sua efficienza e la straordinaria professionalità di medici, infermieri e personale socio-sanitario. Ovviamente ci siamo scontrati anche con alcune criticità, che sono il risultato dei tagli lineari che per anni sono stati perpetrati all’interno del nostro Ssn. Errori da non ripetere per non trovarci impreparati davanti ad una eventuale seconda ondata. In tal senso governo e Parlamento si sono adoperati immediatamente, potenziando i reparti di terapia intensiva di 3.500 posti e la terapia sub-intensiva per 4.225 posti, che si possono trasformare, se necessario, in terapia intensiva. Ovviamente per prevenire la diffusione dei contagi, la prima regola è la responsabilità".

Avete rivalutato il Mes come possibile strumento ausiliare per fronteggiare un’eventuale seconda ondata?

"Premetto che la nostra non è una posizione ideologica, ma motivata. Ma in questo momento c’è un altro straordinario strumento sul quale concentrarci e sul quale stiamo lavorando, che porterà ingenti risorse nel nostro paese, ed è il Recovery Fund, perché le sue risorse rendono possibili degli interventi fondamentali. Ad esempio possiamo rafforzare la rete socio assistenziale territoriale, per superare il concetto di ospedalizzazione come principale intervento di presa in carico, oppure fornire un maggior sostegno alla domiciliarità dei pazienti cronici, fragili e non autosufficienti e adeguando i livelli essenziali di assistenza (LEA) anche alle nuove emergenze sanitarie. Inoltre è necessario colmare le carenze pubbliche strutturali e qualitative del sistema di accoglienza per le persone con disabilità e dei Centri diurni per persone con disabilità e anziani, attraverso l’utilizzo del budget di salute e riconoscendo il ruolo del caregiver familiare. Si tratta di una grande occasione per il nostro Ssn e soprattutto per ridisegnare la futura Sanità italiana".

Sezione: Esclusive / Data: Mer 14 ottobre 2020 alle 09:00
Autore: Luca Cavallero
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