Non si organizzano task force con poteri sostitutivi al governo, non si chiede al cdm di approvare un documento all'ultimo momento, il Mes va utilizzato e serve un piano ambientale serio anche sfidando i sindaci sui progetti di trasformazione urbana. Sono alcuni dei punti prioritari indicati da Matteo Renzi a Giuseppe Conte in una lunga missiva resa pubblica su fb in cui si definisce il piano per il Recovery come un collage di buone intenzioni senz'anima. Renzi si chiede inoltre che fine abbia fatto il documento Colao e attacca sul piano shock infrastrutturale approvato solo a parole e sulla questione dei servizi segreti.

Noi Ti abbiamo detto in Parlamento - scrive tra l'altro Renzi a Conte - che quando un Paese può spendere 209 miliardi di euro non si organizzano task force cui dare poteri sostitutivi rispetto al Governo. Non si scambia una sessione del Parlamento con una diretta Facebook. Non si chiede al Consiglio dei Ministri di approvare un documento condiviso all'ultimo momento.
Perché questi duecento miliardi di sono l'ultima chance che abbiamo. Come nota acutamente Mario Draghi: "Il problema è peggiore di quello che appare e le autorità devono agire urgentemente" Il Next Generation UE non è un cesto di risorse gratis al quale tutti possiamo attingere a piene mani, con criteri di distribuzione parcellizzati. Le risorse sono vincolate in numerose dimensioni: la destinazione, la tempistica, i risultati, le riforme di sistema che si accompagnano alla spesa.
Non è un fondo di 209 miliardi, perché i trasferimenti a fondo perduto sono circa 82 miliardi. Il resto sono prestiti, e quindi equivalgono a risorse a debito. Seppur con due differenze: costeranno meno del nostro debito tradizionale e il rapporto con gli investitori privati è mediato dal bilancio comunitario.
Che senso ha spendere 88 dei 127 miliardi dei prestiti europei solo per finanziare progetti che già esistevano? Abbiamo una visione o abbiamo solo svuotato i cassetti dei ministeri con le vecchie proposte? Pensiamo di non avere idee buone da coltivare oggi? Che fine hanno fatto i documenti di Colao che avevi coinvolto con grande eco mediatica? Hai letto i tanti contenuti ottimi che la società civile ti sta mandando.Ci sono progetti che avrebbero bisogno di prendere tutti e 128 i miliardi dei prestiti. Il Tuo Governo, il Mef, ha deciso di utilizzare solo 40 miliardi per nuovi progetti: sicuro che questo sia la scelta giusta? Noi pensiamo che se ci sono buone idee, questo è il momento per finanziarle. Si fa debito? Certo. Ma l'unico modo di combattere il debito è la crescita, non i sussidi.
In questo senso ci giochiamo la carta delle infrastrutture. Il nostro Piano Shock è stato approvato solo a parole. Le lentezze non sono solo burocratiche
- è un altro passaggio della lunga missiva- ma anche politiche, frutto di indecisioni.
Le infrastrutture sono un campo enorme: treni, aeroporti, porti, scuole, ospedali, fibra, carceri dove i detenuti vivono in condizioni disumane.
Ci vuole cura per i procedimenti e per i dettagli: non bastano i like su facebook per amministrare un territorio.
Nel mese di agosto un tuo Ministro, Patuanelli, ha chiesto al professor Cingolani, già fondatore dell'IIT di Genova e tra i massimi esperti mondiali di innovazione, di contribuire con un documento che Cingolani ha inviato poi ad altri cinque ministri sul digitale. Personalmente credo che tutto ciò che Cingolani scrive, dall'intelligenza artificiale alla cyber security sia ricco di spunti di grande interesse e pronto a divenire progetto finanziabile a Bruxelles.
E come è possibile - dice l'ex premier in un altro passaggio della lettera -mettere solo nove miliardi sulla sanità? In tre anni il mio Governo ha messo sette miliardi in più, senza pandemia: ancora oggi i Cinque Stelle definiscono "tagli" questo maggior investimento di sette miliardi in tre anni. Dopo una pandemia e con risorse eccezionali mettiamo solo nove miliardi in cinque anni? E come possiamo dire NO al Mes che ha meno condizionalità del Recovery Fund? Qual è la ragione del nostro rifiuto? I nostri parlamentari hanno proposto una precisa allocazione dei 36 miliardi del MES. Come si può dire no agli investimenti sulla sanità, caro Presidente? Se siamo in emergenza e abbiamo il maggior numero di morti in Europa forse dobbiamo investire di più in Sanità, non credi? Questo rifiuto ideologico del MES mi appare ogni giorno più incomprensibile.
Recuperando i denari del MES, possiamo allocare i nove miliardi originariamente previsti per la sanità su un settore decisivo per il nostro futuro: la cultura e il turismo.
Abbiamo il tavolo delle riforme da affrontare. Noi siamo per il maggioritario. Vogliamo sapere la sera delle elezioni chi governa. Vogliamo che governi per cinque anni. Vogliamo che abbia stabilità. Se le altre forze politiche preferiscono un sistema diverso, siamo pronti a sederci e a discuterne. Ma vogliamo farlo in modo serio. Mettendo in campo tutti i correttivi che servono, a cominciare dal superamento del Titolo V della Costituzione sul rapporto Stato Regioni che ha mostrato i limiti più evidenti proprio in questa pandemia
Altro tema prioritario indicato nella lettera è il lavoro.
Quando saranno rimossi i divieti di licenziare - scrive il leader di IV - vivremo una stagione di crisi senza precedenti.
Abbiamo molto apprezzato che Tu abbia scelto la strada della decontribuzione, pilastro di quel JobsAct ingiustamente criticato ma che ha permesso di creare oltre un milione di posti di lavoro. E tuttavia la decontribuzione non basta. Bene la scelta di puntare su Industria 4.0, iniziativa che si deve ai ministri del mio governo Guidi e Calenda. Ma occorre anche e soprattutto una politica industriale che non può essere delegata alla sola Cassa Depositi e Prestiti, Una politica industriale coerente, dall'acciaio alle autostrade, ma ispirata da una visione non populista. E capace di creare posti di lavoro, non sussidi. Perché l'Italia torni a essere davvero una Repubblica democratica fondata sul lavoro. E non sul reddito di cittadinanza.
Permettimi di dire che i sindaci vanno sfidati su progetti di trasformazione urbana come abbiamo fatto con il piano periferie.
Se dai i soldi, finiscono nella spesa corrente. Metti i soldi a disposizione dei comuni che hanno i progetti pronti e la musica cambia. La filosofia del rammendo ha ispirato i progetti di ripartenza di molte città che oggi si stanno trasformando.
Ti abbiamo detto, caro Presidente, che abbiamo fatto un Governo per evitare i pieni poteri a Salvini. Non li affideremo a altri.
L'insistenza con cui non ti apri a un confronto di maggioranza sul ruolo dell'Autorità Delegata è inspiegabile. L'intelligence appartiene a tutti, non è la struttura privata di qualcuno: per questo Ti chiediamo di indicare un nome autorevole per gestire questo settore. Io mi sono avvalso della collaborazione istituzionale di Minniti, Monti ha lavorato con De Gennaro, Berlusconi con Letta: tu non puoi lavorare con te stesso anche in questo settore,
conclude la missiva.

Sezione: Politica italiana / Data: Gio 17 dicembre 2020 alle 10:30
Autore: Christian Pravatà / Twitter: @Christianpravat
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