"Quattro anni fa la notte terribile, nell'apice della prima ondata della pandemia, con i mezzi militari in uscita dal cimitero cittadino a formare quel lugubre corteo nelle strade della nostra Bergamo.

Oggi nel giorno della commemorazione nazionale per le vittime del Covid io da bergamasco, che ha vissuto a Bergamo quella prima ondata, rivolgo il mio primo pensiero alle migliaia di vittime bergamasche: molte delle quali erano persone che conoscevo.

E ovviamente alle loro famiglie.

Il secondo pensiero, doveroso, agli eroi in prima linea in quei giorni terribili: i medici, gli infermieri, tutto il personale sanitario negli ospedali, nelle ambulanze, nei ricoveri, nelle assistenze domiciliari, e poi tutti i volontari impegnati sui vari fronti, insieme alle forze dell'ordine anche loro in prima linea ad aiutare.

Da bergamasco mi stringo intorno alla mia città e a tutta la nostra provincia, alla mia comunità, al mio territorio così fortemente colpito con migliaia di vittime, senza dimenticarci i tanti malati che hanno poi avuto conseguenze indelebili sulla propria salute.

Negli anni scorsi in questa triste ricorrenza ho paragonato quella pandemia ad un terremoto, ho detto che la nostra Bergamo era stata colpita da un sisma invisibile, che non aveva buttato giù le case o i ponti, come accaduto per esempio a L'Aquila o ad Amatrice, ma aveva lasciato danni permanenti, a livello sociale e anche economico".

Confermo questo triste paragone.

Sono passati quattro anni, da quelle macerie invisibili siamo ripartiti, rimboccandoci le maniche, come siamo abituati a fare noi bergamaschi, e intorno a noi è ripartita tutta la Lombardia così duramente colpita.

Ma a distanza di quattro anni resta impossibile dimenticare, anche se abbiamo voltato pagina.

Perché 'Mola mia' qui a Bergamo non è mai un modo di dire e basta...

Lo afferma il sen. Roberto Calderoli

Sezione: Politica italiana / Data: Lun 18 marzo 2024 alle 13:10
Autore: Redazione PN
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