“Il presidente Draghi che resta ancora oggi, a mio modo di vedere, il primo quirinabile del Paese anche perché ove considerasse quello lo sbocco a questa esperienza di governo sarebbe francamente difficile per le forze politiche che lo appoggiano non votarlo per quella carica. Magari insieme a un patto per le riforme istituzionali, per la conclusione della legislatura, perché il governo vada avanti. Insomma tutte cose che dal Colle Draghi può tranquillamente influenzare nel suo ruolo di arbitro della politica italiana”, così Giovanni Toti, leader di Coraggio Italia, in merito al ruolo di Draghi nella partita del Quirinale durante la trasmissione Restart 264 condotta da Aurora Vena e Lorenzo Capezzuoli Ranchi su Cusano Italia TV.

Sugli altri nomi per il Colle, Giovanni Toti si è espresso su Marta Cartabia e Emma Bonino: “Tra Marta Cartabia (Ministra della Giustizia ndr) e Emma Bonino al Quirinale, sono due donne molto diverse, con una storia molto diversa. Per il momento del Paese, e non perché io non stimi Emma Bonino che è una donna dalle mille battaglie, che ha fatto parte di questa Repubblica in modo quasi simbiotico, credo che la Cartabia abbia un profilo più facile per aggregare le forze politiche. È stata presidente della Corte Costituzionale, è Guardasigilli quindi un percorso diciamo meno divisivo dal punto di vista politico. Perché Emma Bonino spesso si è contraddistinta con battaglie che non tutto l’arco costituzionale ha condiviso”.

In merito all’apertura di Silvio Berlusconi, presidente di Forza Italia, al Movimento Cinque Stelle, Toti specifica: “io non so chi consiglia Berlusconi ma credo che debba rappresentare la cultura del centrodestra che ha rappresentato per 22 anni. Se diventa qualche cosa di diverso diventa difficile votarlo per chi sta nel centrodestra. Acquistando qualche simpatia grillina ne perde qualcuna nel centrodestra. Sul reddito di cittadinanza Berlusconi ha detto cose che io dico da tempo. È uno strumento che ha alleviato la sofferenza di qualcuno ma non ha funzionato da un punto di vista economico. Credo che questa posizione debba rimanere un caposaldo del centrodestra italiano. Non vorrei trovarmi un presidente Berlusconi che elogia la cancellazione della prescrizione o la spazzacorrotti perché francamente diventerebbe complicato per chi come me, tanti come me nel centrodestra che lo hanno seguito per vent’anni su una via garantista. Allargare il dialogo credo che sia giusto. Politiche trasformistiche di campagna elettorale per il Colle non credo che producano grandi risultati”.

“Se ci sarà o meno un accordo (tra Coraggio Italia, Italia Viva e Noi con l’Italia ndr) si saprà nei prossimi giorni”, così Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria e leader di Coraggio Italia durante la trasmissione Restart 264 condotta da Aurora Vena e Lorenzo Capezzuoli Ranchi su Cusano Italia TV. “Certamente in questi giorni – prosegue - ci stiamo sentendo un po’ tutti ma credo che sia naturale alla vigilia di scelte importanti che riguardano il Paese come il Capo dello Stato. D’altra parte vedremo nelle prossime ore quei minuti di applausi e quelle grida ‘bis, bis’ alla Scala ieri sera nei confronti del nostro presidente Mattarella semmai possano smuovere qualche cosa in questo senso. Io sono stato credo tra i primi a chiedere privatamente e pubblicamente al presidente Mattarella di restare al suo posto ancora un po’. Francamente con scarso successo perché non mi sembra che il presidente abbia questa intenzione però la speranza è l’ultima a morire”.

Toti in merito alla corsa al Quirinale ha approfondito il ruolo dei partiti sul dopo Mattarella: “io penso che la sfida del presidente della Repubblica sia una sfida di maturità per i partiti. Dimostrare che come abbiamo saputo mettere in piedi un governo largo, inclusivo, con un premier autorevolissimo e i risultati di queste ore si vedono, anche sul presidente della Repubblica la strada da percorrere è quella del dialogo e dell’inclusività, non dei ‘braccio di ferro’ o delle sfide aperte al terzo o al quarto voto. Io spero ancora che si possa trovare un presidente eletto al primo voto che rappresenti la maggioranza che governa il Paese e un anno di buon lavoro per portare avanti il Paese, verso la salvezza. Questo è il mio obiettivo e in questo senso dialogo con tutti”.

“La nostra vocazione è quella di aggregare e cambiare un po’, come le valanghe: da un fiocco di neve cercare di costruire in una massa critica che abbiamo di nuovo un peso nella politica italiana. Credo che in questo tante forze politiche si possano riconoscere: da Matteo Renzi a Carlo Calenda. La stessa Forza Italia se non fosse talvolta un po’ autoreferenziale” così Giovanni Toti, leader di Coraggio Italia, sulla nuova compagine politica di centro durante la trasmissione Restart 264 condotta da Aurora Vena e Lorenzo Capezzuoli Ranchi su Cusano Italia TV.

“Oggi siamo a uno sfarinamento del sistema politico – continua - che discende dal voto del 2018 che ancora non ha trovato un suo baricentro. Poi il centro in sé bisogna capire che cosa intendiamo. Non è un luogo geografico della politica o il centro del Parlamento. Centro vuol dire una cultura politica. Vuol dire una pragmaticità che ad esempio molti governatori di destra e di sinistra hanno dimostrato nella gestione della crisi pandemica, vuol dire la cultura dei sindaci e del loro buon governo, vuol dire atlantismo, vuol dire liberalismo, vuol dire una affezione all’Unione Europea come strumento per tutti noi di progresso anche quando la critichiamo. Vuol dire una serie di valori che io credo uniscano ben più del 10% delle persone”.

Sezione: Politica italiana / Data: Gio 09 dicembre 2021 alle 20:40
Autore: Redazione PN
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