“La campagna vaccinale era la più grande sfida insieme alla ripresa economica dell'Ue per il 2020-21. La Commissione Europea aveva promesso che una gestione comune avrebbe portato dei benefici e risolto il problema il prima possibile, ma non è stato così. Mi aspettavo che la presidente Von der Leyen ci spiegasse cosa non è andato, perché è evidente a tutti che qualcosa è andato male, e cosa farà per recuperare. Invece ha parlato dei presunti successi di questa campagna, menzionando anche l’Italia: questi ‘successi‘ vengono percepiti solo a Bruxelles, non da cittadini e governi. Il più grande difetto dell'Ue è l'incapacità di riconoscere i propri errori e di correggere la rotta in tempo: è stato fatto con alcune regole, scelte con cui abbiamo affrontato la crisi del debito dell'Eurozona nel 2010 e oggi anche con i vaccini. Serve un cambio di rotta, per la salute e per l’economia: chi prima vaccinerà, prima uscirà da questa crisi. I dati ci dicono che rispetto ai nostri competitors fuori dall'Ue, rispetto a Regno Unito, Stati Uniti, India, Cina e Israele, siamo indietro di settimane, con una stima di 90 miliardi di euro di danno aggiuntivo da questi ritardi. Nessuno è infallibile: la presidente Von der Leyen riconosca gli errori e dica quali passi concreti vuole fare. L’obiettivo ambizioso di vaccinare il 70% della popolazione europea entro settembre pare oggi irrealistico. Ci dica gli obiettivi realizzabili e per quale motivo l'Ue che ha tantissimi professionisti, non è in grado di stilare un contratto o di farsi rispettare dalle case farmaceutiche”.

Così Marco Zanni, europarlamentare della Lega, presidente del gruppo Identità e Democrazia, nel suo intervento durante la sessione plenaria del Parlamento Europeo.

Sezione: Politica estera / Data: Mer 10 febbraio 2021 alle 21:15
Autore: Redazione PN
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