Nel corso dell’assemblea annuale di Assocalzaturifici svoltasi a Bologna, il Presidente Siro Badon, ha disegnato lo stato dell’arte del settore calzaturiero che l’anno scorso ha visto un miglioramento dei livelli produttivi.

“Il recupero deve però fare i conti con la grave incertezza e le attese di una prossima recessione derivante dal conflitto Russo-Ucraino che aggrava alcuni fenomeni, come l’incontrollato aumento dei costi delle materie prime, l’impennata dei costi energetici e l’inflazione – ha spiegato Badon – Da una nostra indagine, infatti, emerge che 7 associati su 10 indicano un peggioramento dell’evoluzione congiunturale a partire dal secondo trimestre del 2022. Questi dati ci obbligano ad essere particolarmente prudenti per il secondo semestre di quest’anno. Ci sono distretti particolarmente colpiti, in primis quello marchigiano e quello romagnolo, molto esposti su questi mercati in cui incombe la guerra, che a partire del secondo semestre dell’anno vedranno progressivamente calare in maniera importante le loro esportazioni. La crisi a seguito del conflitto ha, quindi, inevitabilmente acquisito centralità nell’agenda della nostra associazione. Questo principalmente per due ragioni: una strategica e una politica. Dal primo punto di vista, il conflitto impone a diverse aziende calzaturiere, il cui fatturato dipende da questi mercati, la necessità di diversificare. Oggi, infatti con le nuove sanzioni che colpiscono il sistema bancario, concludere le vendite è diventato estremamente complesso e trovare altri mercati richiede tempo e risorse da investire, proprio nel momento in cui queste ultime vengono meno perché gli ordini non si finalizzano. Dal punto di vista politico lo spazio di manovra del nostro Governo è piuttosto limitato.  Gran parte delle risorse in questo momento vengono utilizzate per attutire le conseguenze del rialzo dei prezzi dell’energia e per sostenere i redditi”.

Dopo la relazione del presidente Badon, è stata presentata la rivista “L’Impronta”, un progetto di Assocalzaturifici sviluppato da Strategy Innovation Spin off dell'Università Ca’ Foscari di Venezia in collaborazione con M&C Saatchi. Carlo Bagnoli, Prof. Ordinario di Innovazione Strategica presso il dipartimento di Management dell’Università e direttore scientifico dello spin-off Strategy Innovation ha spiegato il mito fondativo del made in Italy per le imprese del calzaturiero e quale sia la percezione della scarpa italiana per la clientela di alcuni Paesi quali USA, Russia e Cina, affrontando anche il tema della sostenibilità.  In Impronta, Bagnoli, indica i percorsi futuri per le aziende italiane e non solo, divisi in quattro sezioni: impronte italiane, nel mondo, i percorsi sostenibili, dall’ambientale al sociale passando per animale e le impronte guida, riconoscere la giusta impronta.

Digitalizzazione e sostenibilità sono emerse quali priorità per il comparto. “Senza competenze digitali – ha affermato Badon - e un approccio ai nuovi standard di produzione sostenibile, non solo diventa difficile internazionalizzarsi, ma nel medio termine anche sopravvivere nella competizione globale - Saper produrre bene, in Italia, purtroppo, non è più sufficiente.  Per questo Assocalzaturifici ha lanciato due anni fa, in piena pandemia, alcuni progetti per accompagnare le aziende sulle nuove piattaforme b2b tra cui MICAM Milano Digital. In merito alla sostenibilità, questo è un pilastro su cui costruire una solida strategia per l’industria. La sostenibilità non è più solo un desiderio o un punto di arrivo, ma è sempre di più un punto di partenza per le aziende del calzaturiero che stanno investendo in ricerca al fine di garantire standard altamente ecocompatibili per la propria filiera produttiva. Crediamo molto a questo tema infatti, abbiamo lanciato un progetto di grande prospettiva come la prima certificazione di sostenibilità specializzata per il settore calzaturiero. VCS, Verified and Certified Steps, è un marchio registrato concesso alle imprese che intraprendono un percorso di valutazione, misurazione e, soprattutto, miglioramento delle performance riguardo ai principali aspetti della sostenibilità aziendale secondo gli standard riconosciuti a livello internazionale. Ritengo abbia un grandissimo valore in un mercato che guarda sempre di più a beni sostenibili prodotti da aziende sostenibili.  Il valore del progetto VCS ci viene confermato dall’interesse di tante aziende importanti, anche dei grandi gruppi della moda”.

A VCS è stata dedicata inoltre una approfondita presentazione a cura di SPIN 360, la quale ha implementato le logiche, le matematiche e la programmazione dell’intero schema. Spin360 ha spiegato le fasi del progetto, dalla fase pilota, avviata con 3 aziende del settore calzaturiero, passando per la presentazione ai distretti e all’illustrazione del comitato scientifico che vede all’interno imprenditori del settore, brand e rappresentanti di Confindustria Moda.

Inoltre si è preannunciato anche il lancio ufficiale al MICAM di settembre con l’area dedicata: MICAM Sustainability Lab powered by VCS al pad. 3.

Nel corso dell’Assemblea un’altra novità presentata è stata LIVETREND: una piattaforma innovativa di analisi di tendenze e di mercato in grado di raccogliere e analizzare ogni giorno migliaia di immagini da e-commerce, social e sfilate.

Ricerca e studio delle tendenze sono fondamentali per la produzione delle collezioni – ha affermato Siro Badon. Credo che oggi, con sempre maggiore attenzione, le aziende debbano innovare ed investire in nuove tecnologie per la parte creativa che riguarda le collezioni.

Dall’analisi di LIVETREND è emerso che l’industria della moda aumenterà nei prossimi anni gli investimenti sul fronte dell’innovazione e della tecnologia richiedendo figure specifiche che sappiano lavorare su questi contenuti. MICAM e Assocalzaturifici hanno avviato una collaborazione con LIVETREND, affinché vengano sviluppati algoritmi specifici per il settore calzaturiero con lo scopo di individuare le tendenze di questa categoria, diversificate in base al mercato e con la possibilità di customizzare le chiavi di ricerca sulle esigenze del brand.

Infine Badon ha ripercorso l’attività dell’associazione nell’ultimo anno, dai progetti in collaborazione con le altre associazioni di Confindustria Moda e con ICE, al protocollo d’intesa sottoscritto con Sistema Moda Italia e le Organizzazioni Sindacali.

Sulle soluzioni per uscire dalla crisi, Badon non ha esitazioni: “Bisogna ridare centralità all’industria manifatturiera e pianificare un progressivo, generale taglio del costo del lavoro. Ovvero prevedere una strutturale revisione del cuneo fiscale, ridimensionare le imposte a carico del datore di lavoro e quelle a carico del lavoratore. Questo è uno dei modi per liberare le risorse con cui gli imprenditori possono tornare ad essere competitivi sui mercati internazionali ed investire a tutti i livelli in comunicazione, innovazione di prodotto e di processo. Analogamente la misura favorirebbe il potere d’acquisto delle famiglie italiane e rilancerebbe i consumi. Non ci servono soldi “a pioggia” per tamponare le emergenze: serve quindi una nuova politica industriale con cui valorizzare le nostre eccellenze, sia a livello di marchio sia a livello di filiera produttiva”.    

Sezione: Economia / Data: Lun 11 luglio 2022 alle 16:50
Autore: Redazione PN
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