"Draghi significa recupero di autorevolezza in Europa, garanzia sui fondi del Recovery, un cambio della guardia su vaccini e Covid tra Arcuri e il generale Figliuolo, un approccio strategico su temi della transizione ecologica e digitale. Non è un cambio di premier, è una rivoluzione. Gli effetti si vedranno sul lungo periodo, non nell'immediato".

Lo dice il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, oggi su Il Messaggero.

"Sui vaccini con Figliuolo si è finalmente fatto un passo avanti, ma ancora non basta - spiega. Dobbiamo arrivare a mezzo milione di dosi inoculate al giorno, possiamo farcela". E sul futuro di Italia Viva, dice: "Siamo stati decisivi in tutti i passaggi di questa legislatura, soprattutto dopo la crisi aperta da Salvini e dopo quella aperta da Conte. Dicono che abbiamo il 2%, ma non si rendono conto che l'importante non sono i sondaggi ma la capacità di fare politica. E anche chi mi odia deve riconoscere che noi l'abbiamo fatta. Abbiamo due anni davanti per crescere, avvicinare i più giovani, alimentare un dibattito sulle idee. Se faremo questo, saremo decisivi anche nel 2023 per la prossima legislatura - sottolinea. Infine, la sua opinione sul nuovo segretario del Partito Democratico, Enrico Letta: "Zingaretti aveva consegnato a Conte la leadership del centrosinistra. Letta invece rivendica un profilo riformista. Meglio Enrico, su questo. Vediamo però se dalle parole si passerà ai fatti perché il problema sarà capire se riesce a concretizzare ciò di cui parla. E il primo banco di prova, ovviamente, sono le amministrative a cominciare dalla Capitale. Mi auguro che il Pd non si farà risucchiare da un accordo con la Raggi - aggiunge. Non ho alcun problema personale a incontrare Letta, ci farà sapere lui quando" conclude.

Sezione: Politica italiana / Data: Ven 26 marzo 2021 alle 11:10
Autore: Simone Gioia
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