Per superare le disparità di genere “bisogna agire su tanti piani: a breve, medio e lungo termine. A breve termine bisogna agire sul mondo del lavoro, sul riconoscimento della equità salariale e sull’incentivazione all'assunzione delle giovani donne. A medio termine bisogna agire avendo dato una struttura e una formazione alle donne più possibile completa e indipendente dagli stereotipi: quindi basta dire che le donne fanno studi umanistici e gli uomini studi scientifici. Su questo lavoriamo già da un po' di anni ma bisogna molto migliorare. A lungo termine credo che si debba arrivare a sistemi paritari, in tutti i nostri sistemi: dal mondo della politica, all'industria alla formazione, in modo che non sia più un evento se a guidare una grande azienda o università c’è una donna”. Lo ha detto a Timeline, su Sky TG24, la ministra dell'Università e Ricerca, Cristina Messa.

“Mi è capitato” di sentirmi discriminata come donna. “Essere discriminate può capitare, forse capita più frequentemente per una donna. Ma c’è una cosa che consiglio a tutte le donne: bisogna avere una determinazione e forza di sé che diventa indipendente dal giudizio sommario che può dare gente, le donne hanno ancora questo retaggio di dover per forza piacere: non è così”. 

“Credo che il primo punto per seguire delle scelte sia sempre il merito, poi, a parità di merito, le quote rosa sono necessarie e benvenute perché senza di queste purtroppo non si riesce a scardinare un po’ il sistema, ma prima di tutto c’è il merito”. 

In questa esperienza di governo “mi trovo molto bene, in queste due settimane sono riuscita a lavorare bene e a portare a termine alcune funzioni, aspetti che dovevo assolutamente chiudere della gestione precedente per aprirne di nuovi”. 

“Sento moltissimo – ha aggiunto - il peso della responsabilità di un momento particolare, di un passaggio da una tragedia ad un futuro diverso. È una responsabilità enorme che però più che pesarmi mi riempie di energia e di entusiasmo”.

Speravamo di riuscire a tornare in presenza nel secondo semestre, ma questo non è possibile, a seconda delle zone spero si riesca dopo Pasqua perlomeno ad aprire una parte. Alcuni laboratori sono ancora aperti, le attività che richiedono la presenza sono ancora aperte. Più veloci andremo nella vaccinazione e prima riusciremo ad aprire”. 

Finita la pandemia, ha spiegato la ministra, “credo tutte le università useranno la didattica a distanza in maniera complementare a quella in presenza. Se noi vogliamo rendere più internazionale la nostra università, oltre a richiamare docenti dall'estero e cercare di mandare all’estero i nostri ragazzi, potremo condividere con università straniere dei corsi in maniera più semplice e adesso abbiamo le strutture per farlo e potremo veramente cominciare a dare uno spirito internazionale alle nostre università”.

“Il personale universitario, insieme a quello delle scuole, deve potere tornare a lavorare in presenza. È vero che è fondamentale mandare i ragazzi a scuola, ma è anche vero che i nostri giovani, dai 19 ai 25 anni, un’età delicata e di passaggio, hanno bisogno di una sfera sociale importante. In questo senso vaccinare professori, tecnici e amministrativi può accelerare”. 

“Mi scrivono tantissimi ragazzi – ha aggiunto poi - che sono al secondo anno e non hanno ancora potuto vedere un'aula universitaria. Sono estremamente affranti, tanto quanto i ragazzi delle scuole”.

Sezione: Politica italiana / Data: Lun 08 marzo 2021 alle 20:30
Autore: Christian Pravatà / Twitter: @Christianpravat
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