«Siamo alla vigilia del 25 Aprile, Festa nazionale della liberazione dal nazifascismo. Chi governa il Paese non può essere distante dai valori di libertà e antifascismo su cui si fonda la nostra Costituzione, o rimetterli in discussione. Né si può riscrivere la storia, tanto più se si ricoprono ruoli istituzionali. Non ho pregiudizi, misuro le parole e i comportamenti e torno a ripetere: Giorgia Meloni ha un problema nel suo partito. Spetta a lei risolverlo. Noi saremo nelle piazze a celebrare una ricorrenza che dovrebbe unire tutti gli italiani".

Così, oggi sul Corriere della Sera, Stefano Bonaccini, Presidente della regione Emilia-Romagna ed esponente del Partito Democratico.

Conte firmerà il referendum contro l’invio delle armi a Kiev? "La politica estera di un grande Paese non si fa coi referendum. Comunque sull’Ucraina nessuno è diviso quanto la destra: è appena il caso di ricordare le posizioni di Salvini o le sparate di Berlusconi, a cui faccio un grande in bocca al lupo per la sua salute. Ma con il M5S abbiamo anche punti di convergenza importanti, dalla difesa della sanità e della scuola pubblica alla lotta alla precarietà" spiega Bonaccini.

Mentre, sulla anime che agitano i dem in queste ore (con l'addio annunciato di Marcucci), Bonaccini chiarisce: "Il cattolicesimo democratico è una componente costitutiva e quindi essenziale del nostro partito, senza la quale il Pd non sarebbe più il Pd. Non si tratta di una minoranza da tutelare, ma di una componente vitale del Pd, che deve essere pienamente dentro alla discussione e al percorso che ci porti a un partito più grande e più forte. Come presidente del Pd mi sento impegnato a garantire a tutti il massimo di agibilità e sono certo che la prima ad avvertire questa responsabilità sia proprio la segretaria Schlein".

Sezione: Politica italiana / Data: Dom 23 aprile 2023 alle 10:30
Autore: Simone Gioia
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