"Stiamo continuamente parlandoci, cerchiamo soluzioni. Ma tutti i problemi chiave restano irrisolti e oltretutto qui vale la vecchia regola della diplomazia, per cui nulla è stato concordato sino a che tutto è stato concordato. Si aggiunge il fatto che, a prescindere dal canale diplomatico, sul campo l’esercito russo continua ad attaccare: sparano missili sulle nostre città, i loro soldati compiono crimini contro l’umanità. Anche quando registriamo piccoli successi nei colloqui l’aggressione militare procede più sanguinosa e distruttiva che mai".

Così, il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba, oggi sul Corriere della Sera.

"Vorrei dire che coloro che rifiutano l’invio di armi all’Ucraina in realtà sostengono la continuazione della guerra. Prima noi saremo in grado di espellere i russi e prima la guerra sarà finita - spiega. Noi apprezziamo molto Mario Draghi e il mio collega Luigi Di Maio: si sono schierati dalla parte giusta della storia sin dal primo giorno di guerra. Noi ci aspettiamo dall’Italia le armi necessarie a difenderci e siamo felici si sia assunta il ruolo di Paese guida nello sforzo di farci entrare in Europa come membro a pieno titolo. La loro scelta, infine, di farsi garanti della nostra sicurezza negli assetti eventualmente nati dal processo di pace è un segno di grande amicizia e serietà" aggiunge.

"L’Italia - insiste e conclude - s’impegna a mandarci armi e munizioni necessari a difenderci, ma non soldati o piloti che combattono al nostro fianco e ciò non intaccherà per nulla la sicurezza italiana, che ovviamente sta a cuore al vostro governo. Di questo stiamo parlando. Va aggiunto che lavorare per la sicurezza ucraina significa per l’Europa lavorare anche per la sua sicurezza".

Sezione: Politica estera / Data: Dom 03 aprile 2022 alle 10:15
Autore: Simone Gioia
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