“L’integrazione europea si raggiunge attraverso la cooperazione tra Paesi, non con forzature o ricatti, che non aiutano e servono solo ad alimentare lo scontro. È bene ricordare che sono le Costituzioni nazionali a legittimare l’esistenza dell’Unione Europea e del suo diritto e non può essere il contrario. La Corte di Giustizia Ue ha competenza per pronunciarsi sul sistema giudiziario polacco solo ed esclusivamente negli ambiti coperti dalla legislazione Ue, mentre l’organizzazione del potere giudiziario e le sue riforme non rientrano nelle competenze trasferite dalla Polonia all’Unione. Troppo spesso, negli ultimi 30 anni, il principio di sussidiarietà è stato calpestato e si è deciso di forzare trattati e costituzioni con interpretazioni oltremodo estensive, al solo fine di perseguire forzosamente l’integrazione europea, talvolta aggirando principi costituzionali nazionali. L’escalation di questa battaglia legale è dovuta alle recenti forzature delle istituzione Ue sul principio di sussidiarietà e proporzionalità e dalla posizione della corte tedesca verso i trattati sulla Bce, ma il pugno duro e le minacce dell’Ue rischiano di esacerbare il conflitto e di aprire un vaso di pandora legale e politico. Anziché andare allo scontro, a Bruxelles servirebbe un po’ di autocritica: mettere in discussione il principio di sovranità degli Stati che compongono l’Ue porta l’Unione verso la disgregazione”.



Così in una nota Antonio Maria Rinaldi, europarlamentare Lega, componente commissione Affari Costituzionali, e Marco Zanni, presidente gruppo ID.

Sezione: Politica estera / Data: Lun 11 ottobre 2021 alle 00:00
Autore: Redazione PN
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