“I terroristi usavano la parola “lotta armata” per rifarsi ideologicamente al periodo dei partigiani che combattevano contro l’occupazione nazifascista; un paragone assolutamente improprio, perché la loro lotta armata, era contro una società civile e democratica. Mi dispiace, ma erano e rimangono terroristi”.

Lo ha dichiarato in un’intervista a iNews24.it la senatrice del Partito Democratico, Valeria Fedeli, che ha poi proseguito: “No, non sarei d’accordo ad un amnistia tout court.  Ci sono delle fattispecie nelle quali può avere una sua logica, ma prima vanno valutate le condizioni in essere e ci sono degli organismi preposti per farlo.  Parliamo di fatti che vanno valutati dal punto di vista del processo, non si può fare un colpo di spugna solo perché sono passati quarant’anni da quei delitti, non sarebbe giusto”.

Fedeli ha poi continuato: “Penso che sia sempre giusto sottoporsi ai processi e che le leggi e gli esiti delle sentenze vadano rispettati.  Non è mai stato chiaro perché prima non fosse stata concessa l’ estradizione, ma ciò che ora deve essere chiaro a tutti è che non si può scappare per sempre dalla giustizia. Ecco perché considero questi arresti un avvenimento molto importante, seppur con decenni di ritardo”.

Sulla concessione della libertà vigilata agli arrestati da parte dell’autorità francese, la senatrice Dem. ha risposto: “Se hanno deciso cosi, sono certa che sia conseguente all’applicazione delle leggi. Sono i giudici che devono valutare e decidere, non bisogna cercare vendette, né dimostrare un finto buonismo solo per il fatto che siano passati cosi tanti anni. Il punto però è che noi stiamo parlando di una sentenza da applicare rispetto a dei delitti che sono stati effettivamente commessi. Fino ad oggi non era stato possibile a causa dell’impedimento delle leggi francesi, ora invece bisogna cercare di procedere, facendo rispettare anche le leggi italiane per quanto possibile”.

Fedeli ha successivamente dichiarato: “Certamente il fatto che non abbiano più commesso fatti delittuosi nel contesto delle leggi francesi  è una cosa positiva, ma anche la giustizia italiana deve fare i conti con i crimini di quegli anni.  Oggi anche il nostro Paese ha gli strumenti per affrontare questa vicenda, che ci tengo a sottolineare, riguarda una responsabilità  esclusivamente giudiziaria degli imputati, non storica. Parliamo semplicemente dell’applicazione delle leggi e del rispetto delle sentenze passate in giudicato per dei delitti che sono stati commessi“.

Sul posizionamento di una parte dell’opinione pubblica francese, in difesa degli arrestati, l’ex ministro dell’istruzione del governo Gentiloni ha dichiarato: “Quello di molti intellettuali francesi è un atto che giustifica la violenza politica, mentre io non penso che in democrazia si possano mai giustificare atti violenti di terrorismo. Probabilmente la Francia deve anche in qualche modo rispondere a se stessa per il fatto di  averli tenuti per tutti questi anni,  rispondendo negativamente alle richieste italiane”.

Sezione: Altre Notizie / Data: Sab 01 maggio 2021 alle 16:45
Autore: Redazione PN
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