Il leader di Azione, il senatore Carlo Calenda, si è detto soddisfatto per essere riuscito nell'impresa di unire sia la maggioranza che l'opposizione nel nome del dissidente russo Alexej Navalnyj, morto in una colonia penale in Siberia. Calenda ha sottolineato l'importanza di questo evento, evidenziando che in altre città europee si sono già tenute fiaccolate spontanee in memoria di Navalnyj.

"Non è cosa da niente che l’ultimo dei dissidenti russi venga ammazzato da Putin. Qui in Italia non è successo niente, perciò ci è sembrato giusto proporre una fiaccolata", ha dichiarato Calenda  al 'Quotidiano Nazionale', osservando che questa manifestazione ha coinvolto l'intero arco parlamentare, tutti i partiti e tutti i sindacati, forse per la prima volta nella storia della Repubblica italiana.

“Navalnyj è stato detenuto per ragioni politiche oltre il circolo polare artico. Che sia morto al gelo o altrimenti, stiamo parlando di un omicidio di fatto. II Presidente Mattarella l’ha detto con grande chiarezza: se muore un detenuto sotto la tua custodia sei responsabile. Punto. A questo si aggiunge lo scempio di negare alla madre la possibilità di vedere il corpo. Per chi conosce la storia russa, c’è una violenza che rimanda ai tempi degli zar e dello stalinismo”, ha affermato Calenda. 

“Direi che da Ivan il Terribile in poi ci sono elementi costanti. L’imperialismo verso l’Europa e uno stato di brutalità e violenza proprio dell’organizzazione sociale e politica russa, con cui ci troviamo ancora oggi a misurarci”, ha osservato il leader di Azione per il quale “Putin mira all’ex impero sovietico." "Non è un’ipotesi: ha dichiarato lui stesso l’intenzione di riappropriarsi del territorio venuto a mancare dopo la frammentazione post-gorbacioviana. Sappiamo da report tedeschi e Nato che l’Estonia è nel mirino. Tanto che Putin ha inserito la premier estone Kaja Kallas tra i most wanted", ha concluso. 

Sezione: Politica italiana / Data: Lun 19 febbraio 2024 alle 16:00
Autore: Tommaso Di Caprio
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