“Questi trent’anni in cui il Pci è stato assente dalle scene politiche nazionali e locali sono stati segnati da una progressiva devastazione sociale e da un vero e proprio furto di diritti. Precarietà e incertezza segnano oggi la vita di milioni di italiani ed anche di moltissimi toscani. Partiamo dunque da qui, dalla durezza dei tempi e dalla necessità di ricostruire una speranza e una nuova fiducia, per dire che occorre il ritorno del Pci in consiglio regionale”. Così si è espresso il candidato a presidente della regione Toscana del Partito comunista italiano, Marco Barzanti, intervistato nella mattinata di oggi, venerdì 18 settembre, a Firenze. “Sui temi della gestione dei beni pubblici e dell’acqua, della siderurgia e della portualità, sui nodi del credito, della formazione e del sostegno alle eccellenze artigianali, sulle questioni della sanità e della scuola, del controllo democratico dei molti enti e società di secondo grado che è necessario ricondurre alla gestione diretta dei comuni e delle assemblee locali, è doveroso cambiare perché tutto non si riduca a elemosina sociale, a rendita politica e finanziaria di lobby tenute insieme non dalle idee ma dagli interessi”, ha affermato Barzanti. “Serve un piano generale del lavoro per i giovani e le ragazze attraverso la leva della cultura e del turismo che si colleghi alla valorizzazione dei borghi, del patrimonio artistico, della filiera agroalimentare”. E ancora: “Occorre ridare dignità a una politica pulita, vissuta come servizio.

Noi del Pci abbiamo una grande storia alle spalle ma anche lo sguardo rivolto al futuro. Serve una sinistra di classe coerente, specie in Toscana, dove bisogna recuperare l’ambizione che un tempo fu dei comunisti in Italia, quella di non limitarsi ad amministrare il territorio ma di governarlo”. “Il Pci è alternativo al centrosinistra e al Pd che purtroppo ha ormai chiaramente abbandonato le ragioni dei lavoratori, dei più deboli, così come siamo alternativi al centrodestra e alla Lega. Questi due schieramenti, destra e sinistra annacquata, chiedono entrambi il voto utile. Ma utile a chi? Ai loro interessi, certo, non a quelli del popolo, dei giovani, delle donne e degli uomini che ogni giorno lottano per portare avanti la propria esistenza. Il vero voto utile è al Pci, che vuole dar vita con gli altri partiti comunisti e della sinistra di classe a un fronte comune e condiviso per rilanciare i grandi temi del lavoro e dei diritti nella politica”.

Sezione: Politica italiana / Data: Ven 18 settembre 2020 alle 23:45
Autore: Christian Pravatà / Twitter: @Christianpravat
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