Alle 21:37 italiane (20:37 UTC) muore Papa Giovanni Paolo II.

Quando viene data la notizia ufficiale, le migliaia di persone raccolte spontaneamente davanti alla Basilica di San Pietro danno vita a una veglia di preghiera che praticamente si svolge senza sosta fino al giorno del funerale, venerdì 8 aprile.

Il 1º febbraio 2005 fu ricoverato al policlinico Agostino Gemelli di Roma fino al 10 febbraio; successivamente fu costretto a saltare gran parte degli impegni previsti per l'aggravarsi delle sue condizioni di salute. Il 27 marzo, giorno di Pasqua, apparve alla finestra su piazza San Pietro per poco tempo. Il cardinale Angelo Sodano lesse il messaggio Urbi et Orbi e il Papa benedisse la folla di mano sua; tentò di parlare, ma non vi riuscì.

L'allora presidente degli Stati Uniti George W. Bush con la moglie, George H.W. Bush, Bill Clinton e Condoleezza Rice inginocchiati davanti alla salma di Giovanni Paolo II

Il 30 marzo, mercoledì, il Papa apparve per l'ultima volta in pubblico: si affacciò sulla finestra su piazza San Pietro ma per poco tempo. Tentò di parlare ma al posto delle parole emise solo un prolungato respiro. Dopo due giorni dal peggioramento del suo stato di salute a causa di un'infezione dell'apparato urinario, Giovanni Paolo II si spense alle ore 21:37 di sabato 2 aprile 2005, vigilia della Domenica della Divina Misericordia, all'età di 84 anni. L'annuncio della morte venne dato dal portavoce vaticano Joaquín Navarro-Valls. Un "Amen" sarebbe stata l'ultima parola pronunciata dal Pontefice. Toccò invece all'arcivescovo Leonardo Sandri, sostituto per gli affari generali della Segreteria di Stato, annunciare la morte del pontefice alle migliaia di persone accorse in piazza San Pietro, raccolte in preghiera nelle ore immediatamente precedenti il decesso.

«Carissimi fratelli e sorelle, alle 21:37 il nostro amatissimo Santo Padre Giovanni Paolo II è tornato alla casa del Padre. Preghiamo per lui.» (Annuncio di Leonardo Sandri in occasione della morte di papa Giovanni Paolo II, il 2 aprile 2005.)

Da quella sera e fino al giorno delle esequie, più di tre milioni di pellegrini confluirono a Roma per rendere omaggio alla salma del Papa.

I funerali ebbero luogo sei giorni dopo, venerdì 8 aprile, celebrati dal cardinale Joseph Ratzinger in qualità di decano del Collegio cardinalizio (eletto papa undici giorni dopo), in piazza San Pietro, con la partecipazione di un altissimo numero di capi di Stato e di governo (più di 200 delegazioni ufficiali) oltre ai rappresentanti di tutte le religioni. Molti applausi e grida "Santo subito" accompagnarono l'omelia del cardinal Ratzinger.

Papa Wojtyła fu poi sepolto nelle Grotte Vaticane, sotto la basilica. La bara fu calata in una tomba creata nella stessa nicchia precedentemente occupata dai resti di papa Giovanni XXIII. La nicchia era vuota da quando i resti di papa Giovanni erano stati spostati nel corpo principale della basilica dopo la sua beatificazione.

Si è stimato che il rito sia stato seguito direttamente da un numero compreso tra le 250 000 e le 300 000 persone che affollavano la piazza e l'antistante via della Conciliazione, e, tramite maxischermi, da almeno 2 milioni di persone riunite a Tor Vergata e nelle piazze di Roma.

L'eccezionalità dell'evento fu sottolineata in quei giorni da diversi commentatori, e il rito funebre fu trasmesso in diretta in mondovisione a reti unificate totalizzando, in Italia, quasi 15 milioni di spettatori e uno share del 90%.

L'afflusso di pellegrini a Roma nei giorni precedenti al funerale fu particolarmente intenso e sono state stimate tra i 2 e i 5 milioni di presenze totali. Furono allestiti velocemente dalla Protezione Civile tendopoli e ospedali da campo e furono posizionati nelle piazze cittadine, dal comune di Roma, ventisette maxischermi. La Protezione Civile, prevedendo un afflusso straordinario a Roma, inviò, nei giorni precedenti, su scala nazionale a tutti i telefoni cellulari, alcuni SMS che fornivano informazioni sulle condizioni climatiche, i dati d'afflusso, e invitavano i "partecipanti" a seguire l'evento tramite maxischermo poiché piazza San Pietro era divenuta inaccessibile già dal 6 aprile.

Il testamento di papa Giovanni Paolo II è un documento scritto dallo stesso papa Wojtyła. È simile al testamento di papa Paolo VI.

Il documento, scritto in lingua polacca, in periodi di tempo successivi, contiene una spiegazione delle diverse decisioni del papa Giovanni Paolo II per la cessione dei suoi oggetti personali di uso quotidiano, seguono riflessioni su episodi significativi del suo pontificato e chiude con il ricordo delle molte persone conosciute, tra le quali include il rabbino di Roma. È stato letto prima al Collegio dei Cardinali dal camerlengo Eduardo Martínez Somalo e dal decano del collegio cardinalizio Joseph Ratzinger (che divenne papa Benedetto XVI il 19 aprile 2005), prima del funerale di papa Giovanni Paolo II. È stato reso pubblico il 7 aprile 2005

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Sezione: RicorDATE? / Data: Sab 02 aprile 2022 alle 10:46
Autore: System Supervisor
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