Alle 9.15 del 17 maggio 1972, il dott. Luigi Calabresi -Commissario Capo di Pubblica Sicurezza e addetto all’Ufficio politico della Questura di Milano – fu assassinato davanti alla sua abitazione mentre stava raggiungendo la sua auto. A sparare fu un giovane a volto scoperto che subito dopo il fatto si allontanò su una vettura guidata da un complice. Il delitto conseguì alla campagna di denigrazione della quale il dott. Calabresi era stato fatto oggetto in quegli anni, dopo che il 15 dicembre 1969 Giuseppe Pinelli -esponente dei movimenti anarchici milanesi -era rimasto ucciso precipitando dalla finestra dell’ufficio della Questura di Milano ove era sottoposto a interrogatorio nell’ambito delle indagini sulla strage di Piazza Fontana del 12 dicembre 1969: strage, in relazione alla quale le indagini avevano originariamente privilegiato la “pista anarchica”. Nonostante l’inchiesta della magistratura avesse accertato che il commissario Calabresi non si trovava nella stanza al momento dell’accaduto e che della morte di Pinelli non erano responsabili gli altri appartenenti alle forze di Polizia che lo stavano interrogando, da più parti si continuò a ritenere che Pinelli fosse stato deliberatamente ucciso, o comunque indotto alla morte dai metodi usati nel corso dell’interrogatorio; anche le indagini successive, intervenute a seguito della riapertura del caso, avrebbero escluso responsabilità di terzi. Malgrado ciò le accuse rivolte al dott. Calabresi divennero sempre più martellanti, calunniose e minacciose. Il movimento extraparlamentare di sinistra “Lotta Continua” si distinse per una campagna di stampa dai toni violenti. In questo clima maturò l’omicidio del commissario. Sedici anni dopo un militante di “Lotta Continua” ammise di esserne stato uno degli autori materiali e fece i nomi del complice e dei mandanti. All’esito di una serie di processi, le loro responsabilità sono state accertate con sentenze divenute definitive.

Biografia:

Dopo essersi laureato in giurisprudenza, superò nel 1966 il concorso per Vice Commissario di Pubblica Sicurezza e fu assegnato alla Questura di Milano, prima quale ufficiale addetto all’Ufficio Sezionale e poi all’Ufficio politico. Nel 1970 venne nominato Commissario Capo. Nel corso della carriera, gli furono conferite “Parole di lode” per servizi di ordine pubblico, per il rinvenimento di materiale esplosivo e per l’arresto di autori di attentati. Insignito della medaglia d’oro al Merito Civile “alla memoria”, il 12 maggio 2004.

Status Processuale:

Nel 1988, l'ex militante di Lotta Continua Leonardo Marino confessa di aver partecipato all’assassinio del Commissario Calabresi e nel 1997 con sentenza definitiva vengono condannati anche Ovidio Bompressi, Adriano Sofri e Giorgio Pietrostefani.

Sezione: RicorDATE? / Data: Dom 17 maggio 2020 alle 21:22 / Fonte: http://www.vittimeterrorismo.it/
Autore: Politica News Redazione
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