Il 12 gennaio 1988 la mafia uccide l'ex sindaco di Palermo Giuseppe Insalaco. Fu sindaco di Palermo per tre mesi dal 17 aprile al 13 luglio del 1984. Aveva denunciato a più riprese le collusioni tra politica e mafia. Fu ascoltato dalla commissione antimafia il 3 ottobre 1984 - insieme all'allora sindaco in carica Nello Martellucci - sulle ingerenze della mafia nella politica palermitana. Iniziò dicendo: «Non sono un democristiano pentito, ma sono venuto qui per dire quello che penso della DC palermitana, degli affari, dei grandi appalti, di Ciancimino, dei perversi giochi che mi hanno costretto alle dimissioni dopo appena tre mesi»

Denunciò dunque le pressioni subite da Vito Ciancimino e dal suo entourage, che indicò come i gestori dei grandi appalti al comune di Palermo per conto della mafia, aggiungendo anche: «Mi facevano trovare ogni mattina i mandati di pagamento sulla scrivania, confusi insieme alla posta ordinaria. Speravano che non me ne accorgessi, che firmassi quelle delibere insieme alle ricevute. Ogni delibera valeva decine di miliardi[senza fonte]». Due settimane dopo aver fatto queste dichiarazioni, l'automobile di Insalaco fu bruciata davanti alla sua abitazione.
Fu poi assassinato a colpi di pistola mentre si trovava in auto il 12 gennaio 1988. In conseguenza di ciò è stato dichiarato "Vittima della Mafia". Dopo la sua morte fu trovato un memoriale in cui Insalaco accusava diversi esponenti della DC palermitana, e il sistema di gestione degli appalti e del potere cittadino. È sepolto nel cimitero di Santa Maria di Gesù.  Il 17 dicembre 2001 sono stati confermati in Cassazione gli ergastoli per Domenico Ganci e Domenico Guglielmini, riconosciuti responsabili dell'omicidio di Giuseppe Insalaco.

Sezione: RicorDATE? / Data: Mar 12 gennaio 2021 alle 08:00
Autore: Alessandra Stefanelli
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