Quello che è accaduto a Modena non è giunto sulle prime pagine dei giornali nazionali, ma è un episodio che è giusto condannare fermamente, così come qualsiasi episodio di violenza. Ecco quello che viene raccontato da Stefano Vaccari, esponente dem, sulla pagina Facebook del Partito democratico: 

«Torna in Africa. Qui comandiamo noi». E giù le botte, in tre contro uno. Fino a quasi amputargli il braccio con un machete, mentre in due lo bastonavano e accoltellavano. No, non è la scena di un film particolarmente cruento, ma l'ennesima storia di razzismo, questa volta avvenuta a Modena.

La vittima è un ragazzo di 22 anni del Burkina Faso, contro il quale si è scatenata la disumanità di tre persone: un padre di 53 anni e i suoi due figli di 30 e 24. Tutti arrestati, grazie al lavoro e alle indagini delle Forze dell'Ordine. Il ragazzo, fortunatamente, è ancora vivo ma ha perso la piena funzionalità del braccio colpito. Ecco, adesso provate a immaginare cosa sarebbe accaduto a parti inverse. Provate a immaginare cosa si sarebbe scatenato se i tre aggressori fossero stati tre ragazzi del Burkina Faso. E invece nulla, solo il silenzio. Perché è proprio del silenzio che si nutre il razzismo".

Sezione: Politica social / Data: Gio 22 ottobre 2020 alle 10:00
Autore: Camilla Galvan
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