Alessandro Di Battista ha pubblicato il seguente post Facebook:

"E così tutti i partiti hanno ritrovato armonia unendosi sulla questione "poltronesofà" che coinvolge Turchia e Unione europea. Me ne compiaccio. Politici usciti dal cellophane hanno scoperto il sessismo, l'autoritarismo, la tirannia di Erdogan. Fino a ieri andava tutto bene. Ma oggi no, l'oltraggio della poltrona non poteva restare impunito.

Dovete sapere che al neo-tiranno, neo-sessista e neo-misogino Erdogan, l'Unione europea, oltretutto dimostrando una rapidità che, ahimè, non riguarda l'erogazione dei quattrini del recovery, ha gentilmente donato, a fondo perduto, svariati miliardi di euro. Soldi nostri, chiaramente. Sembrerebbero 6 i miliardi di euro concessi al neo-dittatore. Più o meno quello che investe l'Italia, ogni anno, in Università e ricerca.

Perché cotanta generosità? Perché Erdogan ha in mano l'arma ricattatoria dei migranti. Arma con la quale lui stesso si è armato contribuendo alla destabilizzazione della Siria (nonché alle “carezze col pugnal” date ai curdi). Tuttavia, senza l'Unione europea che ha taciuto di fronte all'intervento militare in Siria - a chiacchiere realizzato perché Assad era un dittatore che violava i diritti umani ma in realtà portato avanti, come al solito, per ossequiare gli americani ed i loro amici in Medio Oriente – le armi di Erdogan, oggi, sarebbero scariche.

I morti fanno notizia solo se uccisi dal covid. Ma se sono droni intelligenti, bombe liberali o missili filantropici a provocare carneficine ci si gira d'altra parte.

L'Unione europea ha accettato supinamente guerre di invasione mascherate da missione di pace che, oltretutto, hanno pregiudicato gli interessi europei, ma si infuria per questioni di bon-ton.

Che gli interessi economici contassero più dei diritti umani era noto. Oggi prendiamo atto che, ahimè, guerre, morti e violazioni ricevono meno spazio della cadrega assegnata alla Von der Leyen. Ancora una volta tutto ruota intorno alle poltrone.

P.S. Per gli amici di La Repubblica: non sono mai stato un fan di Assad, era il vostro guru Giorgio Napolitano, seduto al suo fianco, a definire la Siria: «un esempio di laicità e di difesa delle libertà religiose e culturali». Io semplicemente mi sono sempre battuto contro questa guerra infame perché immaginavo le conseguenze".

Sezione: Politica social / Data: Sab 10 aprile 2021 alle 16:10
Autore: Luca Cavallero
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