Le elezioni regionali in Campania hanno premiato a furor di popolo Vincenzo De Luca, rieletto quasi con percentuali bulgare. Il De Luca-Caldoro ter ha quindi premiato, per la seconda volta consecutiva, il governatore uscente e stavolta con percentuali decisamente più nette rispetto a cinque anni. Nel 2015 Vincenzo De Luca (CLICCA QUI per leggere le sue prime dichiarazioni alla stampa dopo la vittoria) ebbe la meglio per appena tre punti percentuali; 987.927 voti ed il 41,15% delle preferenze a fronte del 38,37% di Stefano Caldoro che ebbe 921.379 voti. Valeria Ciarambrino, candidata per i 5 Stelle, si fermò al 17,52% con 420.839 voti. Cinque anni e numeri decisamente differenti, a premiare il candidato del centrosinistra. De Luca ha infatti ottenuto 1.789.017 ed il 69,48%, la media più alta dopo Zaia in Veneto in questa tornata; un vero e proprio plebiscito ed addirittura 50 punti di differenza su Caldoro, ben oltre rispetto ai sondaggi iniziali. Il candidato del centrodestra, infatti, si è fermato a 464.921 voti ed il 18,06%. Un vero e proprio crollo, come quello di Valeria Ciarambrino che nemmeno ha raggiunto il 10% (9,93% e 255.714 voti). Una batosta quella per il centrodestra ma un vero e proprio naufragio per i grillini. Se, infatti, il dato è peggiore perfino rispetto a quello di cinque anni fa, diventa eloquente ed imbarazzante se confrontiamo i numeri con le politiche del 2018. I 5 Stelle, in Campania, fecero bottino pieno; tra Camera e Senato 32 dei 33 collegi del maggioritario, nel proporzionale Campania 1 ottennero il 54% ed il 44% in Campania 2.

Numeri, in due anni, completamente ribaltati, con il MoVimento che si è sciolto come neve al sole, perdendo gran parte del suo elettorato. Un ruolo fondamentale l’ha avuto anche il Covid-19. Ad inizio anno, nell’era pre Sars-Cov-2, infatti, il centrodestra poteva vantare circa 10 punti di vantaggio. La fermezza e la durezza con cui De Luca ha affrontato la pandemia, diventando quasi un simbolo nazionale nella lotta al virus, hanno regalato una popolarità unica al governatore uscente; la politica aggressiva atta a preservare la Campania e le decisioni tempestive – molte delle quali anticipando perfino il governo nazionale – hanno fatto pendere l’ago della bilancia nei suoi confronti. Un successo, però, che ha anche la base solida della fine del commissariamento della sanità regionale; una sorta di fiore all’occhiello del quinquennio del Presidente. È sempre andato avanti per la sua strada, sfidando tutto e tutti – compreso il suo partito – fino a raggiungere un appoggio di ben 15 liste ed un consenso elevatissimo in ogni provincia della Regione, con alleanze strategiche provenienti sia da sinistra che da destra, come ha ammesso De Luca ieri in conferenza stampa. Un successo che pone il governatore in una posizione di forza; d’altronde è stata la popolarità a far ricredere il PD e decidere di puntare su di lui dopo averlo inizialmente scaricato per un candidato unico con il 5 Stelle. Ed ora, De Luca ha già un altro obiettivo; conquistare Napoli. Nel 2021 vi saranno le amministrative nel capoluogo regionale e, dopo essersi riconfermato Palazzo Santa Lucia, il governatore mira a posizionare un uomo di fiducia a Palazzo San Giacomo. Il centrodestra, per contrastarlo, dovrà iniziare già a cercare l’asso nella manica, un nome forte da poter utilizzare; in caso contrario, potrebbe arrivare un altro ko doloroso.

Sezione: Politica locale / Data: Mar 22 settembre 2020 alle 22:40
Autore: Giovanni Spinazzola
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