“Oggi - dichiara Elisabetta Strada - mi sono recata a Bologna in visita alla ‘Casa della Salute’ NAVILE, accompagnata da una delegazione d’eccezione formata da:

Francesco Tarantini (infermiere); Alessandro Politi (Medico Medicina Generale); Marcella Longo (cardiologa ed esperta di medicina territoriale);Valentina Massa (Professore Associato del Dipartimento di Scienze della Salute dell’Università Statale e inventrice del tampone salivare).

Una visita necessaria, ora che si sta discutendo della riforma della Legge 23/2015 della sanità lombarda; una visita di studio e approfondimento per capire come intervenire con emendamenti costruttivi e migliorativi della nostra riforma, in un sistema che va completamente cambiato.”
 

“In Lombardia – prosegue Strada- non abbiamo bisogno di ri-scoprire l’acqua calda, basta guardare qui e prendere spunto, per replicare un modello assolutamente virtuoso. Perché non vogliamo replicare ciò che funziona bene ed è già rodato?

Le ‘Case della Salute’ si sono sviluppate negli anni 2010 in Toscana ed Emilia-Romagna e sono strutture fisicamente vicine ai cittadini malati, che concentrano tutte le cure primarie con operatori interconnessi tra loro, che integrano competenze diverse e condividono un obiettivo comune.
In questo contesto c’è una grande interconnessione dei servizi sanitari con quelli sociali, obiettivo cardine del nostro sistema di Welfare.

In questo modello organizzativo viene promosso il passaggio dalla ‘sanità’ alla ‘promozione della salute’, spostando il baricentro dell’intervento sanitario dall’ospedale al territorio. Ed è noto che, dove implementate, le Case della Salute hanno ridotto considerevolmente gli accessi ai Pronto Soccorso.”

“A Bologna – specifica la Consigliera regionale- la presa in carico del cittadino è autentica perché coinvolge il paziente e il suo nucleo: famiglia/badante/care giver, dove presenti.
Esiste una regia unica e ben centralizzata, attuata da un team multidisciplinare che coinvolge anche MMG e servizi sociali, per indirizzare e accompagnare anche all’uscita dell’ospedale, prenotando i percorsi necessari e realizzando una vera assistenza socio-sanitaria integrata con i servizi territoriali, quindi anche con un’assistenza domiciliare, non solo attraverso gli assistenti sociali.
Questo tipo di organizzazione consente di passare da un approccio prestazionale ad uno di effettiva assistenza e accompagnamento.”

“Nella riforma della Legge sanitaria lombarda 23/2015, presentata dall’Assessore al Welfare Moratti e attualmente in discussione in Commissione Sanità, – conclude la Consigliera civica- si parla di istituire ben 115 ‘Case della Comunità’, ma non viene particolarmente specificata la modalità di funzionamento del livello socio-sanitario della riforma, che invece realizzerebbe quel radicamento nel territorio dell’intervento sanitario, particolarmente mancato durante la pandemia. Vengono citati due volte gli assistenti sociali, ma non tutto il resto del welfare territoriale. Sull’assistenza domiciliare si trovano tre righe e la disabilità viene nominata quattro volte in tutto il documento.
Insomma, manca completamente il raccordo tra il socio e il sanitario. Proprio per questa ragione – in Commissione- ho già presentato oltre 40 emendamenti, ma c’è ancora molto lavoro da fare. Purtroppo, qui in Lombardia siamo ad anni luce…”

Così dichiara Elisabetta Strada, Consigliera regionale dei Lombardi Civici Europeisti

Sezione: Politica locale / Data: Gio 14 ottobre 2021 alle 21:40
Autore: Redazione PN
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