"Abbiamo fatto una scelta di campo, privilegiando i più a rischio morte: i maschi sopra i 65 anni e le donne sopra i 75. Abbiamo immunizzato l’80 per cento degli over ottanta con la prima dose e il 40 per cento con la seconda dose".

Lo afferma il presidente della regione Veneto, Luca Zaia, oggi su La Repubblica.

Il ritardo italiano? "Nasce da due fattori - spiega Zaia. Da una capacità vaccinale ridotta. E dall’aver puntato su altri target di popolazione. Da un lato era sacrosanto vaccinare sanitari e case di riposo, dall’altro, vista la penuria di vaccini, avrei evitato di allargare la platea delle “categorie essenziali”, vaccinando chi lavora in una terapia intensiva e non il giardiniere dell’ospedale - aggiunge. Noi saremmo in grado di vaccinare dagli ottanta ai centomila, ma ne facciamo trentamila. Ricevo 150mila vaccini a settimana, il venerdì sono già a secco. Abbiamo fatto l’errore clamoroso di correre dietro al contratto europeo - prosegue. Non è vero che tutti si lamentano della carenza di vaccini. Negli Usa, in Gran Bretagna, in Israele non se ne rammaricano". E sulla possibilità di vaccinare 500 mila persone al giorno, dice: "Se le forniture restano queste ci arriveremo a metà maggio". Infine, sul tema delle riaperture, il presidente Zaia commenta: "La situazione sanitaria sarà il nostro indicatore, ne conseguirà un graduale allentamento. Quel che è certo è che i 21 punti con cui vengono stabilite le zone a colori sono anacronistici. Bisogna darsi più obiettivi. Il primo è vaccinare tutti gli over 60 entro il 21 giugno, così liberiamo gli ospedali. Due, convivere col virus. Tre, rispettare le regole" conclude.

Sezione: Politica italiana / Data: Dom 11 aprile 2021 alle 11:10
Autore: Simone Gioia
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