A breve l’approvazione della riforma che mira a velocizzare, unificare e razionalizzare il percorso dei giovani intenzionati a intraprendere la carriera universitaria. Ne ha parlato la ministra dell’Università, Maria Cristina Messa, al Corriere della Sera.

Secondo la ministra “ora chi comincia la carriera universitaria rischia di rimanere a lungo a bagnomaria, dovendo vivere di ripetuti assegni di ricerca da 20 mila euro o di saltuari contratti a tempo determinato. Il nuovo percorso diventa unico, scompare il ricercatore di tipo A, che viene sostituito da un vero e proprio contratto di ricerca, come quello che all'estero è il cosiddetto post-doc: due anni che possono diventare cinque se si tratta di un progetto europeo, nei quali il borsista ha un contratto con oneri previdenziali e pensionistici. Poi - aggiunge Messa - può tentare il concorso da ricercatore vero e proprio: si tratta di un percorso di sei anni che può essere ridotto a quattro per chi ha già una certa seniority e, a fronte di una produzione di ricerca adeguata, può anticipare la presa in servizio come associato in 4 anni”.

Così facendo “un giovane si laurea a 24 anni, fa il dottorato fino 27, prende un contratto e arriva a 3o. Poi vince il posto di ricercatore, il tenure track (Rtt) che lo porta a 36-37 a diventare associato, anticipando di 6-7 anni rispetto ad ora”.

Sezione: Politica italiana / Data: Dom 26 giugno 2022 alle 19:30
Autore: Redazione Centrale
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