“Lo dico senza tanti giri di parole. La difesa europea non può nascere in contrasto con i tradizionali legami atlantici e come contraltare alla NATO. Una
comune politica di difesa è utile, necessaria, ma se si vuole giungere a tale obiettivo, se si vogliono evitare storture ed errori già compiuti nel processo di integrazione comunitaria, serve avere innanzitutto una politica estera comune, definire quali sono gli interessi europei (e non di qualche singolo Stato
membro) ed avviare contestualmente un percorso costituente per  istituzioni realmente democratiche”. Così, Stefania Craxi (Fi), Vicepresidente della Commissione Esteri del Senato.

“L’Unione europea, che da poco ha varato una sorta di sua strategia per l’Indo-Pacifico – prosegue – non ha ancora una
posizione unitaria sull’accordo militare tra Stati Uniti, Gran Bretagna e Australia ed è profondamente divisa al suo interno”. “Guai, pertanto – aggiunge Stefania Craxi – ad immaginare una difesa europea come premessa per il superamento del rapporto atlantico e l’approdo ad altri ‘lidi’. Serve, piuttosto,
interrogarsi con spirito critico ma anche e soprattutto autocritico sulle ragioni del deterioramento di questo rapporto tra l’Unione europea di questi anni e gli Stati Uniti, che qualcuno ha banalmente pensato ad attribuire alle scelte di una presidenza. C’è qualcosa di più profondo che agita le acque atlantiche, un qualcosa che, a mio avviso, riguarda innanzitutto l’ambiguità che taluni partner europei continuano a manifestare nel rapporto con Pechino e che determina alcune scelte delle Amministrazioni americane”.

Sezione: Politica italiana / Data: Lun 20 settembre 2021 alle 19:20
Autore: Christian Pravatà / Twitter: @Christianpravat
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