La linea interna imposta dal presidente Giorgia Meloni al suo partito è chiara: le sentenze, come quella relativa alla strage di Bologna, si rispettano; il coinvolgimento dei neofascisti nell'attentato del 2 agosto 1980 che macchiò di sangue l'Italia segnando per sempre la storia del nostro paese è "acclarato"; ma chiedere il licenziamento di Marcello De Angelis è da mentalità "comunista" e "sovietica", anche perché rispettare le sentenze non vuol dire interrompere la ricerca della verità. Questi, apprende l'Adnkronos, gli spunti contenuti in 'Ore Otto', l'opuscolo interno di Fdi con la linea da seguire: un vademecum giornaliero ideato dalla comunicazione di via della Scrofa per aiutare i parlamentari a districarsi tra i principali temi di attualità.

Le parole a cui Fdi si affida per gestire il caso De Angelis sono quelle vergate ieri in una nota stampa da Edmondo Cirielli, viceministro degli Esteri (che però non viene citato nell'opuscolo interno). "Il coinvolgimento di esponenti della destra neofascista è stato acclarato come verità giudiziaria e i rappresentanti delle istituzioni hanno il dovere di riconoscere e rispettare questa verità", viene rimarcato. "Non altrettanto ha fatto la sinistra quando c'è stata qualche sentenza a loro non gradita. Una per tutte la condanna del sindaco di Riace, Mimmo Lucano".

Per il partito di Meloni è profondamente sbagliato invocare la testa di De Angelis: "Chiedere il licenziamento di un giornalista che manifesta la propria opinione, del tutto personale, su una qualunque vicenda è prova che la cultura sovietica e comunista della censura alberga ancora nelle menti di molti esponenti del Pd. A nulla vale dire che Marcello De Angelis lavora per un ente pubblico. E' un lavoratore e non un rappresentante del popolo; e un lavoratore mai può rischiare il licenziamento per le sue idee per quanto possano non essere gradite".

Nell'opuscolo interno, viene poi riportata, anche in questo caso senza il nome dell'autore, la posizione del governatore del Lazio Rocca, dove oltre a ribadire che De Angelis ha parlato a titolo personale e non a nome della Regione si sottolinea che "il rispetto per le sentenze non esime dalla capacità e volontà di ricerca continua della verità, specialmente su una stagione torbida dove gli interessi di servizi segreti, apparati deviati e mafia si sono incontrati".

Sezione: Politica italiana / Data: Lun 07 agosto 2023 alle 17:40
Autore: Tommaso Di Caprio
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