"L’idea di un salario minimo per legge a prima vista sembrerebbe cosa buona e giusta. Poi quando si ragiona sulle conseguenze inintenzionali che potrebbe comportare, anche in termini di limitazione della libertà individuale, tutto cambia. Il salario minimo farebbe, infatti, aumentare la disoccupazione e il lavoro nero. Lo Stato potrà pure fissare per legge una paga minima ma non potrà accompagnare questa misura obbligando il datore di lavoro a mantenere tutti i lavoratori che guadagnavano di meno rispetto alla soglia minima. È ragionevole ipotizzare che l'impresa, obbligata a fare i conti con il nuovo regime, cercherà quindi di ottimizzare le proprie spese e quei lavoratori magari finiranno per lavorare in nero o attraverso l’utilizzo delle finte ‘partire IVA’. E questo alla vigilia dell'attuazione del PNRR e in piena ripresa economica non possiamo permettercelo. Insomma, il salario minimo rischia di essere come il reddito di cittadinanza, che nato per sconfiggere la povertà e creare lavoro, è finito per disincentivare la ricerca stessa di un lavoro regolare da parte dei giovani, che preferiscono spesso lavorare in nero per continuare a percepire il reddito di cittadinanza.

Invitiamo il segretario del PD a riflettere prima di inseguire i Cinquestelle, facendo degli errori irreparabili che danneggiano gli stessi lavoratori e le imprese.  Anziché di salario minimo dovremmo capire come far salire i salari di tutti al massimo livello possibile, aumentando la produttività e perché no legandoli in parte agli utili. Su questo sarebbe bene avviare una seria riflessione, coinvolgendo innanzitutto le associazioni sindacali dei lavoratori e degli imprenditori. È attraverso la contrattazione che si decidono i salari e non certo attraverso una legge.”

Così il deputato di Forza Italia, Sestino Giacomoni, membro del Coordinamento di presidenza del partito azzurro.

Sezione: Politica italiana / Data: Dom 26 settembre 2021 alle 14:30
Autore: Christian Pravatà / Twitter: @Christianpravat
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