"La commissione di Vigilanza Rai si è riunita ieri sera per audire il presidente dell’Agcom Giacomo Lasorella. Tema al centro della discussione: la richiesta di Fratelli d’Italia di vedersi riconosciuto uno spazio ben superiore alla propria consistenza parlamentare in quanto unico partito di opposizione. Una discussione in gran parte davvero lunare, visti i problemi ben più gravi e urgenti che sta attraversando la Rai, a partire dai tentativi dell’amministratore delegato Salini e di questo Cda di prorogare il proprio mandato, ormai scaduto, per andare avanti con imbarazzanti carrellate di promozioni e assunzioni dell’ultimo minuto, fino a voler decidere i prossimi palinsesti". È quanto scrive su Huffington Post il deputato di Italia Viva Michele Anzaldi, segretario della commissione di Vigilanza Rai. 

"Nel merito della questione - prosegue Anzaldi - posta da Fdi, però, l’errore appare davvero sui presupposti della discussione: in Rai il problema del pluralismo, che è profondo e ha raggiunto il massimo della gravità proprio con questi vertici, non riguarda maggioranza e opposizione, ma parte dall’assenza del semplice rispetto della deontologia giornalistica. Dal 13 febbraio (giorno di insediamento del governo Draghi) al 31 marzo, Fdi ha avuto i seguenti spazi nei tg Rai: 9,6% al Tg1, 10,8% al Tg2, 6% al Tg3. Nello stesso periodo Italia Viva, che ha lo stesso numero di deputati e senatori di Fdi e quindi lo stesso peso parlamentare, pur essendo in maggioranza ha avuto i seguenti spazi: 1,5% al Tg1, 3,5% al Tg2, 1,7% al Tg3. In pratica Iv ha avuto da Tg1 e Tg3 meno spazio e al Tg2 lo stesso spazio di Leu (Tg1: 2,6%; Tg2: 3,2%; Tg3: 1,9%), che pure ha molti meno deputati di noi e al Senato non ha neanche un gruppo parlamentare. Ecco: è normale che un partito come Italia Viva, che ha avuto un ruolo decisivo nel far nascere il governo Draghi così come lo aveva avuto nel chiudere la stagione di Conte a Palazzo Chigi, nei tg Rai e in particolare al Tg1 (che rappresenta la gran parte degli ascolti dell’informazione Rai) abbia uno spazio così ridotto? Ecco i tempi di parola dei partiti nei tg Rai da quando si è insediato Draghi: Pd 17,3%, Lega 9,5%, Fdi 6,9%, M5s 6,9%, Fi 4,4%, Iv 1,6%, Leu 1,3%. Quale è il criterio di questa suddivisione? Come è possibile che nelle trasmissioni di Rai1 il premier Draghi sia tallonato da Rocco Casalino, onnipresente sulla tv pubblica non si sa a che titolo? Perché l’Agcom, che ci ha presentato questi numeri in commissione di Vigilanza, poi non fa nulla e non sanziona la Rai? Il direttore del Tg1 che fin dall’inizio ha oscurato Italia Viva è lo stesso che in commissione di Vigilanza ha teorizzato, per il governo Conte 1, la necessità di garantire un servizio a Conte, uno al Movimento 5 stelle, uno alla Lega e uno a tutti i partiti di opposizione. Il problema del pluralismo in Rai nasce innanzitutto dall’aver privato l’azienda di un vero presidente di garanzia, con la nomina a mio avviso illegittima di Foa. Per questo la prima strada da seguire per far tornare il rispetto delle regole in Rai passa dalla nomina del nuovo Cda. Perdere ancora tempo, come stanno tentando di fare gli attuali vertici, significa danneggiare la Rai, danneggiare l’informazione, danneggiare il lavoro del Parlamento e anche del governo. E significa sperperare il denaro dei cittadini che pagano la Rai con il canone. Mi auguro che il presidente Draghi, a tutela dei soldi dei cittadini, si muova al più presto con i ministri Franco e Giorgetti per sollecitare alla Rai il rispetto della legge, a partire dall’approvazione del Bilancio entro aprile".

Sezione: Politica italiana / Data: Mer 14 aprile 2021 alle 20:40
Autore: Christian Pravatà / Twitter: @Christianpravat
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