"Se quanto si intuisce dal poco trasparente comunicato stampa dell’Agcom è vero, se davvero l’Authority ha deciso di rimettersi al giudizio di un tribunale amministrativo sul complesso e articolato provvedimento che ha portato alla multa da 1,5 milioni di euro alla Rai, senza quindi neanche ricorrere al Consiglio di Stato, significa che quell’Authority può anche chiudere i battenti e restituire alle imprese e ai cittadini gli oltre 200 milioni di euro annui che riceve per il proprio funzionamento". Lo scrive su Facebook il deputato di Italia Viva e segretario della commissione di Vigilanza Rai, Michele Anzaldi.  

"La Delibera 69/20/CONS arrivò - prosegue Anzaldi - dopo un ampio lavoro istruttorio di commissari, esperti, giuristi, società di monitoraggio. Un documento di 36 pagine che illustrava nel dettaglio in che modo la Rai gialloverde dei vertici nominati da Conte violava sistematicamente il pluralismo e la correttezza dell’informazione. Invece di difendere quell’impegnativo lavoro, gli attuali vertici Agcom hanno preferito rimettersi alle valutazioni di un giudice amministrativo, che non ha alcuna competenza in materia di informazione televisiva, pluralismo, doveri del servizio pubblico. Allora a che serve l’Agcom, se poi decide un giudice amministrativo? A che serve tenere in piedi una struttura da oltre 200 milioni di euro all’anno? Quando sarà disponibile la Delibera adottata si potrà capire meglio che tipo di decisione è stata presa, ma sentir parlare di semplice 'diffida' alla Rai a rispettare i principi del servizio pubblico suona come un’imbarazzante presa in giro".

Sezione: Politica italiana / Data: Gio 16 settembre 2021 alle 18:10
Autore: Christian Pravatà / Twitter: @Christianpravat
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