"Berlusconi è un uomo pragmatico e la contezza dei numeri certamente peserà sulla sua decisione, ma spero che la riserva possa essere sciolta in senso positivo. E alla sinistra che oggi parla di una candidatura divisiva e chiede un nome condiviso, ricordo quanto accaduto nel 2006: il centrodestra avanzò una rosa di autorevoli esponenti di centrosinistra per poi vedersi imporre Napolitano con 543 voti. Senza dimenticare che, nel 2013, fu proprio Berlusconi a decidere, con senso dello Stato e di responsabilità, di non cavalcare le divisioni nello schieramento opposto, sposando la richiesta di un bis di Napolitano”. Così a Sky Tg24 il senatore di Forza Italia e ex Presidente del Senato Renato Schifani, che ha poi sottolineato la necessità che “Vengano posti in essere tutti gli sforzi possibili per consentire ai grandi elettori l’esercizio del diritto costituzionalmente garantito al voto”.

Quanto alla possibilità che, in caso di stallo, si converga su un bis di Mattarella, per l’esponente azzurro “se si dovesse ricreare lo scenario del 2013 e i numeri della pandemia continuassero ad aumentare, penso che il Capo dello Stato raccoglierebbe un appello ampiamente condiviso dalle forze politiche. Mi auguro però che i partiti possano fare sintesi senza costringere Mattarella a questo sacrificio”. Infine, sull’ipotesi di Draghi al Quirinale, Schifani ha commentato: “Senza Draghi a Palazzo Chigi l’azione di un eventuale, futuro governo sarebbe indebolita e difficilmente si potrebbe riproporre lo stesso spirito di unità e responsabilità. Pensare a un premier diverso proprio nel momento in cui arrivano tanti miliardi dall’Europa non sarebbe nell’interesse del Paese”.

Sezione: Politica italiana / Data: Mer 19 gennaio 2022 alle 16:10
Autore: Christian Pravatà / Twitter: @Christianpravat
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