"Lasciare il PD? Se dovessi uscire non andrei in un altro gruppo. Non sarebbe giusto. Sono stato eletto come capolista in un collegio plurinominale nella lista del Pd. So che in molti nella scorsa legislatura hanno cambiato gruppo ma non mi sembrerebbe giusto. A quel punto mi dimetterei da senatore".

Così, oggi al Corriere della Sera, il senatore PD Carlo Cottarelli.

"Non è chiarissimo quello che avverrà, bisognerà vedere sulle decisioni concrete quali posizioni vorrà prendere la nuova segreteria. C’è un punto nella mozione Schlein che mi trova d’accordo e che ritengo fondamentale. È lì dove si sostiene che si debba dare un’identità meglio leggibile dagli elettori. E questo è giusto perché effettivamente l’identità del partito democratico non è chiarissima" spiega l'economista, che poi aggiunge: "Io sono sempre stato del parere che un partito politico debba essere riassunto in tre parole. Le tre parole di Fratelli d’Italia e Lega sono chiare: prima gli italiani. Per i Cinque Stelle, uno vale uno. Ma quali sono le tre parole per il Pd? Potrebbero essere partito della redistribuzione o partito delle opportunità. È ovvio che è una semplificazione perché redistribuzione e opportunità non sono in antitesi. Dai maggior peso all’uguaglianza dei punti di partenza o a quelli di arrivo? Questo definisce l’identità di un partito".

Infine, sull'alleanza con i 5 Stelle caldeggiata dal neo capogruppo, Cottarelli risponde così: "Io non sono d’accordo con Boccia".

Sezione: Politica italiana / Data: Dom 02 aprile 2023 alle 11:45
Autore: Simone Gioia
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