“Finalmente il Consiglio riprende in mano un dossier fondamentale, che l'Ue discute da anni senza porre in atto azioni risolutive. Nutriamo grandi speranze dalle parole della Presidenza svedese e dalla presidente Von der Leyen che finalmente pare abbia messo a fuoco le soluzioni reali per risolvere il problema immigrazione. Parlare solo di redistribuzione e porte aperte come fatto in questi anni vuol dire non voler risolvere il problema. La redistribuzione, con questi numeri, non la vuole nessuno: non l'ha voluta Macron, né i governi socialisti in Spagna e in altri Paesi, nessuno in Europa. Il focus dev’essere sulla protezione delle frontiere esterne. Questo fanno gli Stati civili, evoluti, in cui vige lo Stato di diritto. Abbiamo la necessità di processare le domande di asilo fuori dai confini Ue perché la percentuale delle domande accettate è bassissima e il resto rimane in capo ai paesi che condividono un confine esterno dell'Ue. Lo possiamo fare, perché diamo un sacco di finanziamenti a paesi terzi alle nostre frontiere esterne e quando facciamo accordi per distribuire questo denaro possiamo anche chiedere strutture per le domande dove le istituzioni Ue si assumono il compito di controllare rispetto dei diritti umani. E un’autorità pubblica non può appaltare il controllo dei suoi confini esterni a organizzazioni private: su questo, spesso, abbiamo rilevato profili di potenziale illegalità. Ma solo riducendo le partenze ridurremo i morti in mare e avremo un'Ue più civile”.

Così Marco Zanni, europarlamentare della Lega, presidente del gruppo Identità e Democrazia, nel suo intervento durante la sessione plenaria.

Sezione: Politica italiana / Data: Gio 02 febbraio 2023 alle 17:30
Autore: Redazione PN
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