“L’Unione Europea ha dimostrato la sua totale inadeguatezza nel garantire in modo efficiente il rimpatrio dei migranti irregolari presenti sul territorio europeo. Il rischio più drammatico è che con questa incapacità si incoraggi l’immigrazione illegale. Non possiamo permetterlo; per questo ho chiesto alla Commissione di adottare nuovi ed ulteriori strumenti per garantire in modo più efficiente il rimpatrio di queste persone presenti illegalmente sui nostri territori. I numeri sono eloquenti e bocciano sonoramente l’Europa: secondo la Corte dei Conti europea, nel periodo 2015-2020, i progressi compiuti nello stipulare accordi di riammissione tra Ue e Paesi non-Ue sono stati soltanto modesti. A partire dal 2008, in media circa 500.000 cittadini stranieri all’anno sono stati invitati a lasciare l’Ue perché vi erano entrati o vi stavano soggiornando senza autorizzazione. Tuttavia, solo un terzo di questi è effettivamente tornato in un Paese terzo (il 29% nel 2019). Non solo, sempre secondo la Corte, c’è la totale mancanza di collaborazione all’interno dell’Ue stessa e la Commissione europea non si è sempre associata agli Stati membri chiave per facilitare il processo negoziale. Di conseguenza, alcuni paesi non Ue ritengono che un ARUE (accordo di riammissione dell’Ue) non offra alcun valore aggiunto rispetto alla cooperazione bilaterale. Ecco perché bisogna intervenire e farlo in fretta”.



Così l’eurodeputato della Lega Gianantonio Da Re, firmatario dell’interrogazione.

Sezione: Politica italiana / Data: Dom 17 ottobre 2021 alle 21:45
Autore: Redazione PN
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