“Non c’è più tempo da perdere. Perché il tempo ha un prezzo: quello del Mes sono le file per i tamponi e i test sierologici, i costi a carico dei cittadini, i ritardi, le difficoltà delle strutture, la mancanza di vaccini contro l’influenza, di respiratori, di posti in terapia intensiva. Un prezzo  concreto. Così come concreta è la nostra richiesta di accedere immediatamente al MES per un piano straordinario di interventi sulla sanità italiana.
Non è una questione che risponda a chissà quali logiche politiche né tantomeno può essere una scelta influenzata da paletti ideologici, come quelli che oggi prova a porre chi continua a sostenere il no. Dire sì ai soldi del Mes è la risposta più efficace alla complessità di una crisi lunga e difficile.

Era l’8 maggio quando l’Eurogruppo metteva in chiaro ogni condizione rispetto alla nuova linea di credito del Pandemic Crisis Support (perché così si chiama il Mes) che vale il 2% del Pil del 2019 e che per l’Italia significa quindi circa 36 miliardi di euro.
E l’unica condizione è questa: usare queste risorse per finanziare spese di salute, cura e prevenzione direttamente e indirettamente legate al Covid-19.
Un prestito che può arrivare fino a dieci anni e in cui, ricordiamolo a chi continua a sostenere assurdità: il tasso di interesse è pari a 0 o addirittura inferiore.
E quindi di cosa parliamo ancora?

I contagi hanno ricominciato ad aumentare. Ora serve decidere e dare risposte. Ora è il tempo delle scelte. Le risorse di cui l’Italia può usufruire sono senza precedenti e la politica ha il dovere di non sprecarle.

Un impegno dovuto agli sforzi che gli italiani hanno fatto durante il lockdown, allo straordinario lavoro di tutto il personale sanitario, alle imprese che oggi provano a ripartire, ai più giovani e agli insegnanti nelle scuole, che non possiamo permetterci di richiudere.

L’Italia ha saputo dare il massimo. Ora la politica dia il massimo all’Italia.
Non sprechiamo o,ancor peggio, non rinunciamo a risorse che servono a tutto il Paese. Diciamo Si al Mes, senza ma e senza se”, questo il testo della petizione lanciata da Italia Viva a prima firma dei capigruppo di Senato e Camera, Davide Faraone e Maria Elena Boschi e del presidente della commissione Finanze della Camera,  Luigi Marattin.

Sezione: Politica italiana / Data: Ven 16 ottobre 2020 alle 23:00
Autore: Ivan Filannino
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