"La straordinaria esperienza di Carlo Donat Cattin, della sinistra sociale, è di strettissima attualità e ci sono almeno tre capitoli essenziali a cui guardare: il ritorno al primato della politica come strumento per l’emancipazione dei ceti popolari e più deboli. Il tema del lavoro che oggi deve spingerci anche alla costruzione di uno 'statuto dei lavoratori digitali' che sappia gestire scenari dapprima inesistenti e garantire diritti ai nuovi lavori che vengono germinati dal digitale e che non sono contemplati dagli attuali strumenti legislativi.

Per ridare certezza a milioni di giovani e garantire pienezza di diritti a moltissimi esclusi e neo-sfruttati dalle grandi aziende tecnologiche globali. Infine, la lezione di Donat Cattin ci dice molto del valore della sanità pubblica come garanzia universale per tutti e del contesto all’inverno demografico che ha colpito il nostro Paese.

Per fare ciò però emendiamoci dalla parola 'resilienza', dalla sindrome del puro adattamento. La politica non è solo adattarsi, e arrendersi all’evidenza, ma è lottare per cambiare e migliorare. Serve un progetto, uno sguardo lungo, una idealità e una passione. A questo dobbiamo lavorare".

Così in una nota Enrico Borghi della segreteria del Pd che ha ricordato la figura di Carlo Donat Cattin, intervenendo a Torino alla presentazione della volume di Giorgio Aimetti 'Donat Cattin, democristiano scomodo'.

Sezione: Politica italiana / Data: Sab 04 dicembre 2021 alle 22:45
Autore: Veronica Mandalà / Twitter: @very_mandi
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