La politica estera e lo spessore lasciato da Bettino Craxi e Giulio Andreotti

Di Alessandra Broglia

Bettino Craxi per comprendere l’Italia repubblicana, tra la seconda metà degli anni Settanta e la fine della «Repubblica dei partiti». Un leader politico, spesso ricordato per il suo operato nel contesto interno del Paese, ma non è possibile ignorarne la funzione e l’immagine rispetto al ruolo dell’Italia nel contesto internazionale. Questo in sintesi, l’argomento del volume: Craxi e il ruolo dell’Italia nel sistema internazionale, curato da Antonio Varsori e Gennaro Acquaviva, edito da Il mulino. Promosso dalla Fondazione Socialismo, con contributi di vari studiosi italiani, estrapola da importanti fonti archivistiche italiane e straniere, prendendo in esame temi quali le considerazioni delle autorità americane sull’ascesa politica di Bettino Craxi, le sue posizioni nei confronti della costruzione europea, l’«ostpolitik» del suo governo, i rapporti con l’Unione Sovietica, le relazioni col Medio Oriente, nonché i rapporti con alcuni importanti partner europei. Una nuova descrizione non solo del ruolo di Craxi ma anche dell’azione internazionale dell’Italia e dell’atteggiamento dei suoi maggiori interlocutori, come del ruolo che ebbe la figura di Giulio Andreotti. La presentazione del libro si terrà alle ore 11, presso la Sala conferenze, in via di Santa Caterina da Siena, 57; registrato in audio-video da Radio Radicale e moderato da Giuseppe Di Leo. Ne discuteranno i curatori insieme a: Massimo Bucarelli, Fabrizio Cicchitto, Daniele Caviglia e Giuseppe Gargani.